A 7 anni di distanza dall’archiviazione dell’ultima indagine, il caso della morte di Marco Pantani si riapre prendendo una nuova e inaspettata piega.
Dietro questa improvvisa svolta c’è la mano della madre del “Pirata”, Tonina, risentita stamane dai carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo di Rimini.
Morte Pantani, l’invito di mamma Tonina
Nell’udienza odierna, accompagnata dall’avvocato Florenzo Alessi, Tonina ha fornito nuovi elementi che potrebbero cambiare completamente il quadro probatorio.
Su tutti, risulta particolarmente rilevante l’ultimo suggerimento dato agli investigatori dalla mamma del fuoriclasse romagnolo, convinta che la chiave dell’intricato caso sia rappresentata dalle due persone che secondo lei erano con Pantani al residence Le Rose la sera della sua morte, il 14 febbraio 2004.
“Marco non era solo la notte che è morto, con lui c’erano due escort” ha assicurato decisa Tonina.
Morte Pantani, un elemento non così nuovo
In realtà, non è la prima volta che si parla di due ragazze in merito alla morte di Pantani. Le Iene infatti già anni fa avevano riportato in un loro servizio la testimonianza di un autista che, riguardo a quella sera, aveva rivelato di aver accompagnato due ragazze presso il noto residence.
Le due, dopo essere entrate nella struttura, erano uscite di lì a poco portando con loro un maglione e un marsupio, un comportamento questo piuttosto sospetto che la magistratura non ha mai preso in considerazione e che ora, alla luce delle affermazioni di Tonina, potrebbe costituire una nuova importante pista su cui indagare per riaprire il caso.
Da dove nasce la nuova inchiesta
Per capire quali sviluppi seguiranno la nuova deposizione di Tonina ci sarà bisogno di tempo ma intanto qualcosa, a partire da due anni a questa parte, ha (ri)cominciato a muoversi.
La nuova udienza della madre di Pantani si inserisce infatti nel filone investigativo avviato due anni orsono (il 7 gennaio 2020 per la precisione) dalla confessione del pusher del “Pirata” Fabio Miradossa, colui che diede l’ultima dose al campione romagnolo.
“Marco è stato ucciso, l’ho conosciuto 5-6 mesi prima che morisse e di certo non mi è sembrata una persona che si voleva uccidere. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, ha sempre detto che non si era dopato”.
Da quelle parole ha iniziato per la prima volta a prender davvero piede l’idea che su Pantani (ad oggi morto ufficialmente per overdose di farmaci e droga) potesse aver agito qualcuno, un’impressione questa che, con gli elementi che stanno saltando fuori di recente, potrebbe ben presto divenire qualcosa di decisamente più concreto e sfociare in un’indagine completamente diversa dalle precedenti.