Cece non c’è più. Cesari Poli, un altro pezzo di quel Cagliari che vinse lo scudetto nel 1970, è morto a 79 anni. L’ex rossoblù si è sentito male ieri 6 settembre, è stato quindi ricoverato in ospedale dove stamane alle 8 ha cessato di vivere. Era nato a Breganze, in Veneto, il 6 gennaio del 1945, ma era rimasto a vivere in Sardegna, come Riva e tanti altri giocatori di quella mitica squadra.
Il ricordo commosso del Cagliari
Sul suo sito il Cagliari ha voluto ricordarne così la figura: “Una volta appese le scarpe al chiodo Poli non ha più voluto dare un solo calcio al pallone, nemmeno con qualche squadra amatoriale. Non ha mai fatto mistero di amare più l’atletica del calcio. L’eclettismo era il suo punto di forza. Poteva giostrare con eguale rendimento da terzino, mediano, o difensore puro. Faceva valere la grinta e la capacità di corsa, rimasta immutata dai tempi giovanili. Per il suo dinamismo e la sua duttilità era uno dei preferiti di tutti gli allenatori succedutosi sulla panchina del Cagliari, che sapevano di poter contare su di lui in ogni occasione. Ciao Cece, per sempre cuore rossoblù”.
Il jolly dello scudetto
Il suo primo amore sportivo è stato l’atletica, nella quale raggiunse buoni risultati a livello giovanile. Soltanto in un secondo tempo si dedicò al calcio, incoraggiato dalla gloria locale Menti (Romeo, cui è dedicato lo stadio vicentino). Nel 1965 era già tra le fila del Lanerossi Vicenza. Dopo due stagioni passò all’Inter, dove non ebbe modo di incidere particolarmente, complice un brutto infortunio. Nel 1969-70 il trasferimento al Cagliari nel quadro dello scambio che aveva portato all’Inter Roberto Boninsegna e in rossoblù anche Angelo Domenghini e Bobo Gori. Nella squadra campione era stato utilizzato da Scopigno in diversi ruoli : terzino sinistro e mediano in particolare, diventando un prezioso jolly. Con i sardi disputerà 83 partite in campionato, 99 in totale.
Nel 1971-72 tornò al Lanerossi dove militò per altri due campionati. Nel 1973 rifece il percorso in senso inverso, rientrando in rossoblù: altre due stagioni prima di chiudere la carriera di calciatore. «Era il dodicesimo titolare, la sua capacità di ricoprire più ruoli lo ha portato ad esserlo. Era una persona molto alla mano, amico di tutti e forte fisicamente», così parlò di lui Gigi Riva.
Il dolore di Greatti
Nel 2018 venne travolto da una moto mentre si trovava sul marciapiede e fu trasportato all’ospedale Marino con escoriazioni e sospette fratture. Intervistato da Calciocasteddu l’ex compagno di squadra Greatti lo ricorda così: “Ora anche ‘Cece’ è andato via. Rivolgo una preghiera a un amico, persona seria e perbene. Non stava bene, era ricoverato da tempo: io e Adriano Reginato ci siamo recati più volte a trovarlo. Cesare è stato con noi per tanti anni. Ragazzo intelligente, terzino fisicamente forte. Era difficile da superare nell’uno-contro-uno, sapeva come appoggiare la squadra in attacco partendo dalle retrovie. Questo 2024 si sta accanendo sul nostro gruppo… Ma questa è la vita“.