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Morto Di Marzio, il figlio: Ora potrai allenare Maradona. Web a lutto

E' scomparso a 82 anni nella notte l'ex tecnico di Napoli, Catanzaro e Catania: fu lui a scoprire il talento del Pibe de Oro

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La notizia della morte di Gianni Di Marzio ha scosso in pochi minuti tutto il mondo del calcio. A 82 anni si è spento nella notte a Padova l’ex allenatore  (tra le altre) di Napoli, Catania, Catanzaro, Cosenza, Padova e Palermo. Sulla panchina del Napoli, squadra della sua città (era nato a Mergellina) vinse anche una coppa Italia nel 1977 ma soprattutto fu lui a scoprire in Argentina un giovanissimo Maradona. Lo propose a Ferlaino quando però le frontiere erano ancora chiuse e il presidente partenopeo non se la sentì di fare quell’investimento all’epoca (ci riuscì però anni dopo). Dopo aver smesso di allenare Di Marzio non aveva lasciato il mondo del calcio, rimanendo come consulente di diversi club, tra cui la Juventus, e opinionista televisivo e radiofonico.

Gianluca Di Marzio ricorda con commozione il padre Gianni

Suo flglio è Gianluca Di Marzio, giornalista di punta di Sky e da lui arriva un tweet commosso:: “E adesso potrai finalmente allenarlo il tuo caro amato Diego sei stato un grande papà, mi hai insegnato tutto e non sarò l’unico a non dimenticarti mai”

Il nipote Emilio piange la scomparsa di Gianni Di Marzio

Anche il nipote Emilio ha voluto dare la triste notizia su Facebook: “zio Gianni non c’è più. Dovunque ha allenato o ha fatto il direttore sportivo ha lasciato un ricordo di competenza vera, professionalità rara e un tratto umano intenso, appassionato, mai freddo, mai distante. Si trattasse di Padova o di Palermo, di Napoli, Catanzaro, Cosenza, Venezia o altra città del nord o del sud. Sopra tutto, nella sua famiglia lascia un vuoto enorme fatto di battute continue, metafore calcistiche applicate a ogni fatto di vita, vicinanza vera ogni volta un parente avesse un problema o una difficoltà”

I tifosi sul web increduli per la morte di Gianni Di Marzio

In pochi minuti sui social la notizia deflagra, tra l’incredulità di molti che fino a qualche settimana fa lo avevano ancora ascoltato in radio: “Ho un bel ricordo di lui e di quei sei mesi, sfortunati ma a tratti esaltanti, che visse a Palermo. Persona perbene, ironica, gran conoscitore di calcio e di talenti” o anche: “ora lassù racconterai il tuo viaggio alla scoperta del pibe de oro, e lui sarà a fianco a te ad ascoltarti e a sorridere sornione”

C’è chi ricorda: “Lo ricordo sempre piacevolmente come allenatore del Catanzaro. All’epoca ero un ragazzo e mio zio Adriano Merlo vicepresidente e poi presidente della squadra. Un fine umorista e grande agitatore di uomini oltre che squisito tecnico molto umano” oppure: “Era fra i pochissimi che ascoltavo, pendendo dalle sue labbra, quando parlava di calcio e di campo. La sua simpatia pari alla sua competenza”

Da Napoli a Catanzaro passando per tutte le città dove ha vissuto ed allenato è un coro di condoglianze sincere: “Uomini di un altro calcio, del calcio bello che ci faceva appassionare. Riposa in pace mister” e poi: “Quando vedi le figurine del tuo album preferito si staccano e se ne vanno, ti rendi conto che lo hai sfogliato per tanto tempo. Ho tifato per lui e per le sue imprese impossibili, come il Catania 83″.

Tutti gli sportivi si uniscono al dolore dei familiari: “Dispiace per un altro simbolo di un calcio con il pallone a scacchi bianco e neri da tempo andato, ma sicuramente rimpianto per chi apprezza da sempre questa disciplina”

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