Sachsering, 19 giugno: Fabio Quartararo vinceva la sua terza corsa dell’anno e Pecco Bagnaia si ritrovava a 91 lunghezze dalla vetta.
Rimonta era una parola che non avrebbe avuto senso pronunciare, se non dopo lo strepitoso poker calato tra Olanda, Gran Bretagna, Austria e San Marino: il resto è ‘cronaca’, con un pedinamento sempre più stretto e il sorpasso compiuto in Australia, nonostante nelle ultime 4 prove il ducatista non abbia centrato la vittoria.
Nessun pilota ha prima di oggi ricucito un divario così netto (nel 1992 Rainey rimontò da – 65, approfittando dell’infortunio di Doohan, e nel 2006 Valentino Rossi si trovò primo alla penultima gara dopo essere stato a -51) e la caduta di Quartararo ha condizionato la corsa, ammette Bagnaia: “Quando ho saputo che Quartararo era caduto la mia gara è cambiata, mi sono detto che si doveva gestire e un podio va bene. Non sono partito bene, ma ho fatto molti sorpassi e nel finale con la media all’anteriore avevo meno percorrenza: abbiamo trovato carico sulla gomma davanti, ma nel finale era consumata.. Ho gestito: se avessi spinto ancora rischiavo di perdere, come Martin che nel finale ha perso il passo: c’era un folto gruppo a battagliare e se avessi spinto oltre non avrei tagliato il traguardo. Sono felice di essere in testa alla classifica, ma non gongolo ancora”.