Il programma del GP del Giappone ha mandato in archivio, quando in Italia eravamo a cavallo tra la notte e le luci dell’alba, le prime due sessioni di prove. Per la precisione le FP1 e le P, una sorta di pre-qualifica che consente ai migliori dieci piloti di accedere alle Q2.
- GP Giappone: Martin primo nelle FP1, Binder da record nelle P
- Bagnaia spiega il miglioramento della sua Ducati
- Bagnaia: "Siamo vicini a trovare la quadra giusta"
- "Ecco cosa abbiamo imparato dal GP d'India"
- Ma resta un piccolo problema da affrontare con la Ducati
GP Giappone: Martin primo nelle FP1, Binder da record nelle P
Non è mancato lo spettacolo: se nelle prime libere ad ottenere il miglior tempo (1:45.192) è stato un Jorge Martin sempre in grande spolvero e determinato più che mai a fortificare la sua avanzata nella corsa per il titolo, nelle P Brad Binder ha messo a referto una prestazione da annali con un record sulla pista di Motegi di 1’43″489. Demolito il risultato che ad oggi resisteva come il più veloce nella MotoGP su questo circuito, ovvero il crono da 1:45.350 realizzato da Jorge Lorenzo il 12 ottobre del 2014.
Per quanto riguarda i piazzamenti d’onore, nella FP1 il secondo posto, a 138 millesimi di ritardo, è stato ottenuto da Augusto Fernandez, mentre al terzo troviamo l’altro contendente per il titolo, rilanciatosi dopo l’India, ovvero Marco Bezzecchi a 318. Quarto Francesco Bagnaia a 439 millesimi, ma il pilota Ducati ufficiale si è poi ulteriormente migliorato nelle P conquistando il secondo posto con un gap di soli 29 millesimi.
Anche per Pecco quindi una signora prestazione (e l’accesso ovviamente diretto in Q2), considerando il fatto che siamo all’ultimo scampolo della stagione e la sua leadership in classifica non è scontata. Dal suo primo posto al terzo di Bezzecchi (in mezzo Martin) corrono giusto 44 punti, in un fine settimana in cui sarà da considerare anche l’incognita di un meteo ballerino e il ruolo dei terzi incomodi, in particolare una KTM che sembra voler dare del suo meglio a Motegi (tra l’altro le moto della casa austriaca gareggiano con il nuovo telaio in carbonio) ed Aprilia.
Bagnaia spiega il miglioramento della sua Ducati
Tornando a Bagnaia, per il momento il campione regnante si gode i primi risultati frutto anche di un assetto calibrato al meglio. Nelle dichiarazioni dopo le sessioni, rilasciate a Sky Sport, Pecco ha infatti affermato:
“Sono molto soddisfatto perché finalmente posso sfruttare a dovere le frenate e per come guido io è un passo avanti enorme rispetto agli ultimi due weekend”.
Nelle parole proferite ieri, durante la consueta conferenza stampa pre-evento, il ducatista aveva infatti riconosciuto qualche timore sulle frenate con la Desmosedici e sulla propria sensazione al riguardo, ammettendo inoltre di aver avuto qualche difficoltà a gestire la cosa nelle ultime gare (e tutti ci ricordiamo l’improvvida caduta in India, mentre lottava per il podio e che ha regalato tra l’altro un assist notevole ai suoi rivali per il titolo).
Bagnaia: “Siamo vicini a trovare la quadra giusta”
Pecco ha poi sottolineato:
“Ci manca ancora qualcosa, non sono del tutto felice, ma devo dire che siamo veramente vicini a trovare la quadra giusta. Sono riuscito a frenare forte, ma anche a far percorrenza che negli ultimi GP è sempre stato qualcosa di difficile per me, visto che la moto tendeva sempre a portarmi un po’ largo”.
Insomma, per il pilota è stato, ipse dixit, “un bel sospiro di sollievo“:
“Abbiamo capito qual era il problema. Poter spingere mi ha aiutato molto e quando abbiamo fatto la differenza spingendo mi sono sentito bene: mi mancavano queste sensazioni”.
“Ecco cosa abbiamo imparato dal GP d’India”
Tornando poi alle conseguenze della gara di Buddh, Bagnaia ha spiegato:
“Dall’India ci siamo portati via una gran voglia di riscatto. Eravamo in una condizione difficile eppure stavamo per finire secondi in gara, e magari con quel secondo posto saremo arrivati meno consapevoli e intenzionati a capire dove stava il problema.
Da cosa nasce sempre cosa e dopo un weekend complicato come quello dell’India dove è bastata una minima cosa per farmi cadere, abbiamo imparato che bisogna stare sul pezzo su ogni cosa: la reazione che abbiamo avuto è stata straordinaria, abbiamo fatto le ore piccole tutte le sere per migliorare”.
Ma resta un piccolo problema da affrontare con la Ducati
Infine, un accenno alle gomme per la gara di domenica, e la rivelazione di un altro piccolo problema a cui far fronte:
“L’anno scorso abbiamo corso con la hard, mentre la media di questa mattina mi ha dato dei buoni riscontri, ma non al livello delle soft.
Quando ho fatto l’ultimo time attack non è calata la gomma, quindi ci sta che la soft possa essere utilizzata in gara.
Siamo migliorati tanto in staccata, ma ci manca ancora un po’ di costanza: prima il freno dietro era ballerino, mentre ora è il freno davanti a dare qualche grattacapo. Ci manca un po’ di grip, ma ci siamo quasi: possiamo fare tanta differenza proprio in fase di frenata”.