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MotoGP, paradosso Di Giannantonio: vincente e appiedato, scaricato da Gresini, Honda e VR46. E l'agente polemizza con Biaggi

Il vincitore del Gran Premio del Qatar di ieri rischia seriamente di restare senza moto nel prossimo Mondiale MotoGP, storia di tutti i rifiuti di Di Giannantonio mentre l'agente Fabio Tavano polemizza (senza motivo) con Max Biaggi

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Sedotto e abbandonato. Non una sola volta. Si è preso una piccola grande rivincita Fabio Di Giannantonio che ieri ha firmato una splendida impresa vincendo nel Gran Premio del Qatar la sua prima gara in MotoGP. Il momento più alto è al tempo stesso quello più delicato della sua carriera seppur ancora giovane con ancora molte pagine da scrivere, si spera ancora in classe regina.

Eh già perchè il Diggia al momento risulta iscritto alla categoria “disoccupati” per il Motomondiale 2024. Triste destino per uno dei piloti tra i migliori rendimenti di questo finale di stagione vissuto costantemente sul duello mondiale tra Francesco Bagnaia e Jorge Martin.

Una situazione in cui trova spazio anche la polemica, non sua, ma dell’agente di Di Giannantonio, Diego Tavano che ha tirato in ballo Max Biaggi in diretta tv, ieri, poco dopo la fine della gara di Losail vinta dal suo assistito.

Gp Qatar, Di Giannantonio vince da disoccupato

La vittoria di Losail come uno schiaffo morale. A chi non si sa. Forse a tutta la MotoGP, al sistema, agli agganci, alle scelte, alle politiche. Chi può dirlo. Fabio Di Giannantonio ha vinto dopo un finale di stagione in crescendo. Una crescita esponenziale che però potrebbe non evitargli di rimanere appiedato per la prossima stagione.

Il suo successo in Qatar richiama un po’ il finale del film L’allenatore nel pallone, pellicola cult firmata da Sergio Martino con Lino Banfi nei panni del mitico Oronzo Canà che alla fine vince, salva la squadra ma si sente dire dal suo presidente: “Lei è un disoccupato, lo sa?”. Un po’ quello che forse riecheggia adesso, a mente fredda, nelle orecchie e nel cuore del Diggia.

Un disoccupato di lusso vittima delle circostanze. Chissà se il successo di Losail possa cambiare il destino di Di Giannantonio come una sorta di spartiacque, di sliding doors, dal semplice buon pilota al potenziale ottimo centauro, chissà un prospetto, un campioncino.

Di Giannantonio out, atto I: scaricato da Gresini

Diggia se ne stava buono e caro nel Team Gresini. Una Ducati, la moto migliore del lotto, sotto il sedere e un rendimento sì altalenante, ma in crescita, all’ombra del più sponsorizzato e sicuramente costante Alex Marquez, ma buono per mantenere il posto in un team satellite dell’orbita di Borgo Panigale.

Poi arriva Marc Marquez. Il sette volte campione del mondo rompe con Honda e tra una caduta e l’altra fa carte false per salire su una Ducati. Trova tutte o quasi le porte chiuse. Proprio il Team Gresini gliela apre. E’ fatta, l’ex Re della classe regina trova quello che spera possa rilanciarlo verso il trono della MotoGP, una Ducati appunto.

Di Giannantonio out, atto II: sedotto e abbandonato da Honda

Qui la prima defenestrazione per Di Giannantonio. Altre ne verranno. Eh sì perchè Diggia flirta proprio con Honda. C’è la moto in HRC lasciata libera da Marquez. Non c’è nessun big della MotoGP “libero” e allora i giapponesi pensano possa essere una buona idea affidarsi al pilota romano, che intanto è cresciuto di rendimento, anche solo per un anno in attesa che qualche contratto di qualche top driver scada. A Diggia andrebbe bene, benone.

Ci siamo quasi, l’agente vola anche in Indonesia per quagliare ma al momento di mettere nero su bianco Honda si tira indietro. Riprova per qualche nome buono, più affermato. Intavola una trattativa con Luca Marini, legato sì al Team Mooney VR46 ma disposto e disponibile a liberarsi. Ed insomma, non è ancora ufficiale ma quasi: Luca Marini in Honda. E Di Giannantonio? Resta col cerino in mano, di nuovo.

Di Giannantonio out, atto III: ignorato dal Team VR46

Come una sorta di effetto domino, resta vacante un sellino. E ancora una Ducati, un’altra, quella del team di Valentino Rossi, il Mooney VR46 che deve sostituire Luca Marini. Il pensiero a Di Giannantonio è immediato, pilota ancora giovane, italiano, un buon prospetto, in crescita. Ma si sa nella vita i detti non sbagliano mai, “non c’è due senza tre”.

Il team manager Uccio Salucci nel tracciare l’identikit del pilota che affiancherà Bezzecchi scarta apertamente Di Giannantonio, l’obiettivo del Team VR46 è l’astro nascente Aldeguer e lo conferma ai microfoni di Sky Spot:

“Per ora abbiamo solo fatto due chiacchiere, a breve potremmo entrare nel vivo dei discorsi. Incontreremo Boscoscuro e anche Pernat per Arbolino. Siamo progettati per lavorare coi rookie e con i giovani, siamo gli unici con due coach di pista. Nulla da togliere a Di Giannantonio che sta dimostrando di essere da top 5 della MotoGP, ma è un ragazzo di 25 anni e noi preferiamo lavorare con quelli un po’ più piccoli“.

MotoGP, l’agente di Di Giannantonio fa polemica con Biaggi

A margine di questa situazione c’è anche il nervosismo di Diego Tavano, manager di Fabio Di Giannantonio che appena finito il Gran Premio del Qatar ha voluto rispondere per le rime a Max Biaggi che in telecronaca aveva parlato di un Diggia favorito nel confronto con Bagnaia dal non avere pressione:

“Mi spiace per Max che per noi romani è qualcosa di incredibile, ma Fabio corre con una grandissima pressione addosso data dal potersi ritrovare senza posto in MotoGP nel 2024”

Pronta ma anche calma la risposta di Biaggi che ha chiarito: “Non mi riferivo a questo ma al peso del duello Mondiale tra Bagnaia e Martin, sicuramente Pecco nel testa a testa con Di Giannantonio aveva più da perdere, si giocava il titolo, era questo il senso. Mi spiace per Fabio, è chiaro”

L’agente di Diggia, che pur si è detto ottimista di convincere Salucci a fare fiducia al suo assistito, continua con Biaggi: “Sono sicuro che Max non si è mai trovato in una situazione del genere…” ma viene sapientemente fermato dall’inviato Alessio Boselli che lo invita a godersi la vittoria del suo assistito e la festa.

Biaggi non ha controbattuto ma forse Tavano non sa o non ricorda che nel 1997 proprio Max fresco di terzo titolo con l’Aprilia in 250cc fu appiedato dalla casa di Noale per la rottura sul rinnovo con Ivano Beggio. Biaggi rimase senza squadra finchè non fu accolto da Honda con cui vinse il Mondiale, il quarto, subito nel ’98, prima di spiccare il volo nell’allora classe regina, la 500cc. Ma questa è un’altra storia…

MotoGP, le ultime dal mercato piloti 2024: il quadrilatero Marini-Ducati-Honda-Di Giannantonio

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