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MotoGP, Valentino Rossi e la rivalità con Biaggi: "Mi stava antipatico". Il tafferuglio del 2001

In una lunga conversazione concessa al podcast dell'ex pilota Andrea Migno, Valentino Rossi ha parlato anche della rivalità storica con Max Biaggi, svelando qualche particolare aneddoto

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Banale ribadirlo, ma lo sport si nutre di rivalità: alcune gonfiate ad arte dei media (mea culpa a nome della categoria), altre con solide basi reali. È il caso, quest’ultimo, del rapporto tormentato tra Valentino Rossi e Max Biaggi, due che se la sono data di santa ragione sulle piste, e in qualche caso pure fuori. Anche se la cosa non ha trasceso ai livelli di un rissa brutale.

Rossi ammette: “La rivalità con Biaggi? Colpa mia”

Il nove volte campione del mondo in MotoGP ha parlato lungamente dell’argomento nella sua ospitata al podcast di Andrea Migno Mig Babol (e ci sarà una seconda parte, trasmessa mercoledì 11 settembre). Rossi ha ammesso: La rivalità con Biaggi? Colpa mia, lui mi stava antipatico”. È l’inizio di un fiume in piena: “Eravamo un gruppo di quasi tutti emiliano-romagnoli, e poi c’era lui di Roma che non mi andava a genio per il modo in cui faceva le interviste. Inoltre tifavo Capirossi, e mi piaceva tanto Romboni. Sono arrivato nel Mondiale e in tutte le interviste ripetevo questa cosa, perciò mi immaginavo lui che giustamente pensava ‘ma questo chi ca… è che ha quattordici anni, viene qui, e parla di me?’. Tra l’altro lui in quel momento era al top del motociclismo italiano”.

Le frecciate al ristorante di Suzuka nel 1997 e lo scontro in ascensore

La genesi delle ostilità affonda le radici nel GP di Suzuka 1997, con Biaggi andato alla Honda dopo i tre Mondiali vinti con l’Aprilia, ricorda Rossi. E quindi ha proseguito: “Assieme ad altri, dicevo che Biaggi vinceva perché l’Aprilia andava meglio“. Quindi l’aneddoto: “Ci siamo incontrati nel ristorante italiano Campanella di Suzuka. Si usava in quegli anni di fare delle cene dei giornalisti per ingraziarseli, e Biaggi era seduto con loro. Io entro, passo di fianco alla loro tavolata, e lui fa ‘oh guarda, c’è il Max Biaggi della 125′. Io avevo lo zaino, stavo tornando dalla pista, e gli rispondo ‘guarda, sarai te il Valentino Rossi della 250’. Mi è venuta talmente bene che lui è rimasto malissimo con i giornalisti”.

Poi i due a Motegi si sono rivisti in ascensore: prima entra Rossi, poi il futuro bicampione del mondo della Superbike e il fisioterapista Marino Laghi. “Si riaprono le porte dell’ascensore, allora penso ‘caz…’, tra l’altro era un periodo in cui con i giornalisti ci pungevamo. Lui mi fa ‘ma perché mi rompi così i cogl…, che caz… fai?’. Ora non ricordo cosa gli risposi, ma ammetto che in quel caso mi mise all’angolo, mi fece tacere, accusai il colpo“. Di conseguenza, da quel momento Rossi è sempre stato attentissimo ad una cosa: “Agli ascensori dell’hotel”, ha ammesso ridendo.

Il “tafferuglio” di Barcellona 2001

Infine, le acredini hanno avuto il loro apice al GP di Barcellona del 2001, quando i due arrivarono quasi alle mani. Il Dottore ricorda quando quando Biaggi, agli inizi degli anni 2000, aspettava al varco il rivale nell’approdo in 500 cc. “Ma alla fine del primo anno mi ritrovo davanti a lui nella classifica di campionato. Non vorrei dire una bugia, ma ogni volta che abbiamo corso assieme gli sono finito davanti”.

Questo il prologo: arriviamo quindi al Montmelò, gara che era stata preceduta da schermaglie in piste nelle precedenti gare, come a Suzuka. “Nel GP di Barcellona sono in pole ma parto male come sempre, toccando Crivillé alla prima curva per rientrare quindi quindicesimo con Biaggi primo”.

Rossi rimonta, battagliando “all’ultimo sangue” con il romano. Arriva quindi la vittoria, e alle vicende post-gara. “Dopo il parco chiuso, che era più rudimentale di come è adesso, entriamo nella porticina che dà al retropodio, uno stanzino in cui mi metto a parlare con il mio manager Gibo che era mezzo non vedente. Lui si congratula per la mia rimonta, ed io ero tutto gasato”.

Arriva quindi Biaggi, che secondo la ricostruzione di Rossi dà “una spinta forte” al manager del pilota di Tavullia. Gibo dice al pilota “ma che caz… fai” e Biaggi di tutta risposta, sempre secondo le parole del Dottore, dà una manata al manager, “facendogli volare via gli occhiali, però in maniera tosta, proprio cattiva”.

Biaggi sale quindi su una scala a chiocciola, con Rossi che gli chiede conto del gesto: “E lui mi fa ‘vieni, vieni su che ce ne sono anche per te’. Era tutto rosso, ero incazz… come una iena, con la bavetta alla bocca. Lì ho pensato che se fossi andato su mi avrebbe menato veramente. Ma ormai ero lì, lo raggiungo ed abbiamo un mezzo tafferuglio dove lui mi salta un po’ addosso e io, che avevo ancora il casco in testa, gli do una mezza cascata”.

“Ma la nostra è stata una bella rivalità”

Secondo Rossi non si è trattato di una vera e propria rissa, ma – ribadisce – un tafferuglio, sedato dall’intervento di Carlo Fiorani, “che comunque si è preso pure una gomitata da Biaggi”.

Ma col senno di poi, ripensandoci, “è stato bello”, ha ammesso il nove volte iridato. “La nostra è stata una rivalità che ha fatto appassionare parecchia gente”.

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