Con il ritorno al successo della Roma in campionato dopo due sconfitte consecutive, José Mourinho può finalmente dare un’importante inieizione di fiducia e ossigeno alla propria classifica con i giallorossi ora da soli al quinto posto a -3 dalla zona Champions League.
E se a Marassi i riflettori se li è presi tutti Felix Afena-Gyan, non è passata di certo inosservata la second panchina di Nicolò Zaniolo, rimasto a guardare i compagni per tutti i novanta e rotti minuti di gioco come accaduto nella sfida contro il Venezia, nonostante i pochi scampoli concessi nel finale.
Nessun tipo di rottura tra il classe 1999 e il tecnico di Setubal, ma pure e semplici dinamiche di natura tattica e di modulo, come lo stesso Special One ha spiegato nel post gara:”Questa non è una squadra nata per giocare con questo modulo, ma questo discorso potrebbe valere pure per El Shaarawy, Mkhitaryan o Perez. Pensavo di farlo entrare perché Nico può fare anche l’attaccante, ma ha bisogno di spazio. Lui poteva avere un atteggiamento negativo, invece ha esultato come tutti. Nessun problema. Sarà utile già da giovedì”. La spiegazione del tecnico a ‘La Gazzetta dello Sport’.
Parole che aprono dunque nuovi scenari circa la possibile nuova collocazione tattica di Zaniolo, il quale potrebbe essere sensibilmente avvicinato alla porta avversaria all’interno dell’impianto tattico del 3-4-1-2 .
Una soluzione inedita per un calciatore abituato a svariare in ampiezza e bisognoso di ampi spazi, ma sicuramente un esperimento intrigante.
Giovedì in Conference League contro lo Zorya si potrebbero già avere le prime risposte in merito.