Nuovo appuntamento in conferenza stampa per José Mourinho. Dopo la vittoria all’ultimo respiro grazie a una rete di El Sharaawy contro il Sassuolo nella gara numero 1000 in carriera, lo ‘Special One’ si ripresenta davanti ai microfoni per presentare la sfida contro il CSKA Sofia.
La Roma, reduce da cinque vittorie nelle prime cinque sfide ufficiali della gestione Mourinho, debutta nella fase a gironi di Conference League contro la formazione bulgara all’Olimpico domani alle 21:00.
Il tecnico portoghese esordisce parlando delle possibile scelte di formazione in vista del match di domani:
“Ovviamente sì, farò dei cambi. Però l’importante è mantenere una struttura, è importante per noi un risultato positivo. In questa competizione vogliamo fare qualcosa passo dopo passo e qualificarci vincendo il girone. Domani non gioca Vina, gioca Calafiori. È normale che debba fare questo tipo di cambio. Se gioca Kumbulla e non gioca Mancini mi chiedi se c’è qualche problema di Mancini, se non gioca Smalling mi dici che sono una parola che non posso dire, che ho un problema con Smalling che viene da Manchester, se non gioca Ibanez mi dici… è così. Sono quattro, il numero giusto, se cambio sempre, qualcuno penserà che serve far giocare gli stessi due. Quello che posso dire è che sono contento del gruppo dei centrali, hanno caratteristiche ed età diverse, punti forti diversi e punti meno forti diversi. Sono contento di loro quattro. Se mi chiedi domani se cambio entrambi, dico di no”.
Lo ‘Special One’ prova a tenere un profilo basso nonostante un avvio da sogno con 5 successi in 5 sfide:
“5 vittorie non sono 50, così come 3 non erano 30. Non c’è ragione per essere ultra-ottimisti e positivi, fuori di testa. I risultati positivi aiutano nel processo di sviluppare la squadra. I tifosi sono felici, penso, però anche loro devono essere equilibrati come noi. Equilibrati nel senso di capire che stiamo lavorando solo da due mesi. Si sente la rivoluzione? Si sente, a tutti i livelli, ma tranquilli. Il fatto che lo stadio sia sempre al massimo possibile di tifosi è bello, e magari può spingere le autorità a capire che c’è una voglia tremenda della gente, non solo la nostra, ma tutti i tifosi aspettano la normalità e la normalità è esaurire lo stadio. L’ambizione, questa voglia di lavorare, di stare uniti, è una caratteristica che vogliamo mantenere. Dico sempre ai giocatori che tutto quello che è meno di 100% non è nulla, dobbiamo avere queste caratteristiche sempre. Col Sassuolo poteva finire 2-1 per loro e anche in questo caso la nostra voglia non è negoziabile. È una caratteristica che vogliamo avere sempre”.
In vista della sfida contro il CSKA Sofia resta in piedi il ballottaggio tra Zaniolo e Carles Perez:
“Non sanno ancora chi giocherà. Se Carles o Nico lo sapessero non sarebbe un problema dirvelo, ma loro non lo sanno. Bisogna trovare un equilibrio per non sentire nessuna pressione. Zaniolo sta bene, l’infortunio è passato, le sensazioni negative sono nel passato. L’altro giorno era stanco, capisco che quando i giocatori vanno in nazionale, se non giocano… Non ho mai allenato la nazionale, ma so che non ci si allena molto. Se un giocatore va e non gioca, di solito torna con meno capacità del normale e delle condizioni fisiche. È successo anche con altri. Ha giocato 70 minuti, se ha recuperato sta in condizione di giocare e non voglio stare a parlare ogni volta delle sue condizioni. È al 100%, l’infortunio è passato e anche dal punto di vista psicologico è importante dimenticarlo. Guardiamo al futuro”.
Mourinho esalta il gruppo e sottolinea l’importanza di tutti gli elementi della rosa nel corso della stagione:
“I giocatori sono intelligenti, capiscono le cose. Guardano il modo in cui parliamo, in cui guardiamo, in cui facciamo commenti. I titolari non sono solo 11, iniziare o stare in panchina cambia. Non ho mai avuto una squadra in cui la squadra che ha iniziato è quella che ha finito. Una stagione non è un’autostrada, c’è una strada tortuosa. È difficile che un giocatore inizi e finisca la stagione. I giocatori devono capire che senza di loro siamo morti. I giocatori sono più responsabili di me per uno spogliatoio unito, sanno che devono rispettare le decisioni dell’allenatore. Sento la mia missione come leader molto facile perché il gruppo è un bel gruppo”.
Il tecnico portoghese esce allo scoperto e parla delle ambizioni della sua Roma in Conference League:
“Ho pensato che mi piacerebbe vincere, posso dire che in questo momento siamo lontanissimi da vincere questa competizione. Cercheremo di farlo. È ancora la prima partita, ne mancano tante. Non voglio essere bugiardo e dire che non mi interessa: mi interessa. Il primo passo è vincere il girone, siamo tutti lì. Se questa squadra è più adatta alle coppe non lo so, però il campionato è molto importante per noi, è molto più importante della Conference League. Voglio la squadra che abbia la mentalità che la prossima partita è la più importante. Se un giorno arriva la Coppa Italia, la partita di Coppa Italia diventa quella più importante”.
Mou analizza la sua squadra a due mesi dal suo arrivo e presenta la sfida col CSKA Sofia:
“Non siamo una squadra perfetta, c’è ancora molto da lavorare, abbiamo commesso errori sui quali dobbiamo lavorare quotidianamente, siamo una squadra umile e consapevole dei problemi. Domani non è una gara con le stesse pressioni di quella contro il Trabzonspor, ci sono 6 gare nel girone e si possono perdere punti, il nostro obiettivo è qualificarci rapidamente e da primi. Affrontiamo una squadra contro cui la Roma ha vinto e perso, una squadra buona”.