Sarà un esame di maturità quello che Lorenzo Musetti dovrà sostenere sull’erba di Wimbledon e da tanti punti di vista. La prima parte della sua stagione, quella sulla terra rossa in modo particolare, è stata da sogno. Ma ora arriva la parte più difficile.
- La ripresa dall’infortunio
- Terzo incomodo tra Sinner e Alcaraz: l’idea di Barazzutti
- Tartarini e la maturazione di Lorenzo
La ripresa dall’infortunio
Esame di maturità per Lorenzo Musetti e per tanti aspetti. Il toscano arriva a Wimbledon con la semifinale raggiunta nella scorsa stagione (e i relativi punti) da difendere. Lo fa dopo una corsa sulla terra rossa che lo ha visto arrivare in fondo in tutti i tornei più importanti ma anche con qualche punto interrogativo. L’infortunio subito in semifinale al Roland Garros non gli ha permesso di giocare nessun torneo sull’erba e la condizioni fisica non può essere quella ottimale. Ma da qualche giorno gli allenamenti sono ripresi e nel suo team c’è grande entusiasmo e ottimismo in vista dell’appuntamento londinese.
Terzo incomodo tra Sinner e Alcaraz: l’idea di Barazzutti
Lorenzo Musetti ha dimostrato nella stagione sulla terra rossa di essere uno dei tennisti maggiormente in crescita, i risultati conquistati a Montecarlo, Madrid, Roma e Roland Garros sono la testimonianza del percorso fatto nel corso degli ultimi mesi. E anche uno dei suoi allenatori, Corrado Barazzutti, insiste sul suo talento come rivela nel corso di un’intervista a Fanpage: “In questo momento Musetti è dietro Alcaraz e Sinner. Aspettiamo la crescita anche di altri giocatori come Fonseca o Shelton, ma anche Mensik e Machac. Ma al momento Lorenzo è quello che è cresciuto di più tra tutti i giovani. Sulla terra forse è l’unico capace di batterli, sui campi duri diventa un po’ meno competitivo degli altri”.
Tartarini e la maturazione di Lorenzo
A spiegare la maturazione di Lorenzo Musetti nel corso dell’ultimo periodo ci pensa il suo allenatore storico Simone Tartarini, che resta il punto di riferimento principale per il toscano. Il tecnico ha parlato al sito dell’ATP tornando proprio sui cambiamenti, soprattutto comportamentali, fatti nel corso dell’ultima stagione: “In passato quando le cose non andavano bene faceva fatica ad adattarsi, non riusciva ad accettare l’idea di giocare male. Quest’anno, quella maturità che ha sempre avuto fuori dal campo si è vista anche in campo. Ha iniziato ad accettarsi di più, a sporcarsi di più le mani. Ma è un percorso tutt’altro che finito. Forse ci vorrà un altro anno o due, ma credo che il suo successo sia legato soprattutto a ciò che accade fuori”.