Quando una stagione inizia male, non può che proseguire peggio. La Legge di Murphy trova applicazione perfetta per la situazione del Napoli, la cui annata maledetta non sembra poter trovare pace.
Se all’interno del campo il passaggio del testimone in panchina da Carlo Ancelotti a Rino Gattuso non ha per il momento sortito gli effetti sperati, in attesa delle novità portate dal mercato, le cose non vanno meglio fuori dal rettangolo di gioco, dove si fa sempre più infuocata la vertenza legale tra il presidente De Laurentiis e i giocatori dopo il famoso ammutinamento seguito alla partita di Champions League dello scorso 5 novembre contro il Salisburgo, al termine della quale Mertens e compagni decisero in autonomia di interrompere il ritiro voluto dalla società dopo il ko precedente contro la Roma e per questo colpiti da una multa pari al 50% dello stipendio lordo.
La clamorosa novità destinata a fare aumentare la tensione tra le parti è quella che ha visto alcuni dei leader dello spogliatoio azzurro chiedere al Tribunale di Napoli, attraverso i rispettivi legali la ricusazione dell’arbitro scelto dal club per i 24 collegi da formare, ovvero il giuslavorista Bruno Piacci.
I giocatori che hanno preso questa decisione sono Insigne, Manolas, Mertens, Milik e Zielinski. La contestazione che viene fatta dai loro legali è che Piacci sia stato coinvolto già in altre 24 occasioni presso il Tribunale di Napoli per dirimere delle vicende che vedevano coinvolta la società di De Laurentiis, perdendo così la sua supposta “terzietà”. I casi peraltro salgono a 25 considerando il precedente relativo a Gonzalo Higuain, quando l’argentino rivendicò presunti premi non pagati prima del passaggio alla Juventus, perdendo poi la causa.
Che fosse questa l’intenzione di parte della rosa del Napoli era già noto da qualche settimana, ma ora i giocatori sono passati all’azione, con tutte le conseguenze del caso, ovvero allungare i tempi dell’arbitrato, ma anche inasprire il confronto con De Laurentiis, che dal canto proprio non sembra disposto ad arretrare di un centimetro. Peraltro il presidente del Napoli sembra deciso a rivalersi pure sul fronte dei diritti di immagine, con un impatto fino al 30% sull’ingaggio annuale dei calciatori coinvolti.
Il Tribunale non si è ancora espresso e a questo punto è facile immaginare che la situazione resterà pendente per almeno un altro paio di mesi. Mesi durante i quali la squadra dovrà reagire sul campo, isolandosi dai problemi per risalire la classifica e riavvicinarsi almeno alla zona Europa League.
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