Parlare di esami per il Napoli è diventato ormai quasi riduttivo, ma la compagine guidata da Luciano Spalletti domenica è stata realmente chiamata ad affrontare un test impegnativo e l’ha superato in maniera brillante, inanellando la settima vittoria in altrettante partite di campionato.
I partenopei avevano di fronte una delle rivelazioni sin qui del torneo, la nuova Fiorentina di Vincenzo Italiano e tra l’altro in trasferta, e non solo hanno vinto, ma l’hanno fatto mostrando la tranquillità e la forza dei grandi.
Il Napoli ha saputo reagire allo svantaggio e alle sfuriate iniziali dei viola, ha rimesso la gara sui binari giusti e, una volta passato in vantaggio, è scappato via verso altre settimane vissute da capolista in solitaria della classifica.
Quella azzurra è una squadra che si è confermata completa in tutti i reparti. Rrahmani e Koulibaly hanno praticamente annullato lo spauracchio Vlahovic, Fabian Ruiz ha comandato a centrocampo da par suo e coperto da un Anguissa che si è fatto sentire soprattutto nel momento in cui i gigliati hanno provato a risalire la china, mentre in attacco ha dimostrato quella solita e unica esplosività.
Quando la palla arriva dalle parti del tridente partenopeo sono dolori per tutti, così come confermato anche da Spalletti ai microfoni di DAZN, dopo il triplice fischio finale.
“Abbiamo dei calciatori veloci che se organizziamo due palle giuste, diventa difficile prenderli”.
In particolare, anche al ‘Franchi’ si è visto un Victor Osimhen in versione dominatore. Che fosse forte lo si sapeva anche dodici mesi fa, quando il Napoli fece uno sforzo enorme per prelevarlo da Lilla , ma ora che gli infortuni che lo hanno limitato nel corso della sua prima annata italiana sono finalmente alle spalle, è chiaro a tutti come in Serie A (e non solo) siano poi gli attaccanti della sua caratura.
A Firenze Osimhen non ha segnato, ma è stato comunque decisivo. Si è guadagnato il calcio di rigore dal quale poi è scaturito il pareggio partenopeo, ha sfiorato un eurogol in rovesciata, ha confezionato nella ripresa una chance straordinaria che Elmas per poco non ha tramutato nell’1-3, ed è stato fondamentale anche in fase difensiva, facendo suo ogni pallone in area proveniente da corner o calci di punizione.
L’Osimhen visto a Firenze è insomma un giocatore ‘totale’, che ha certamente ancora margini di miglioramento, ma che da solo è riuscito a tenere in apprensione una difesa intera. Quando parte in velocità incute timore, costringe gli avversari al fallo e all’ammonizione condizionandoli per tutto il match e con la sua fisicità trascina letteralmente i compagni. Se c’è una palla dalle sue parti, nella quasi totalità dei casi è la sua.
Al ‘Franchi’ in molti erano curiosi di assistere alla ‘sfida nella sfida’ Vlahovic-Osimhen e a vincerla è stato proprio il centravanti nigeriano. Mentre infatti il collega gigliato veniva inghiottito dai difensori avversari, lui è rimbalzato contro i difensori viola, costringendoli a vivere forse la serata più complicata della loro stagione.
Per la prima volta dopo tre partite nel torneo, non ha trovato la via della rete (restano 4 i suoi goal in 6 partite di campionato, che vanno ad aggiungersi ai 3 in 2 gare di Europa League), ma praticamente se ne è accorto nessuno. Osimhen ha imparato ad essere decisivo anche quando non segna ed è questa la caratteristica più importante che un attaccante possa avere.
In pochi mettono paura come lui alle difese avversarie e questo perché, a tratti, ogni tipo di marcatura sembra inutile.