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Nazionale: Spalletti spiega l’esclusione di Acerbi per la presunta frase razzista e le scelte su Immobile e Scamacca

Il c.t. racconta che il difensore ha negato l’episodio: “Ma chi gioca con gli Azzurri ha una responsabilità”. Poi smentisce di aver bocciato gli attaccanti di Lazio e Atalanta  

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Acerbi ha negato, ma chi è in Nazionale ha una responsabilità”. Così Luciano Spalletti commenta la scelta di rispedire a casa il difensore dell’Inter dopo la presunta frase razzista pronunciata nei confronti di Juan Jesus durante la partita col Napoli. Nella conferenza prima delle amichevoli negli Stati Uniti con Venezuela ed Ecuador il c.t. ha anche spiegato le esclusioni dalle convocazioni di Immobile e Scamacca.

Nazionale, Spalletti fa chiarezza sul caso Acerbi

Una scelta fatta a malincuore, ma necessaria. Luciano Spalletti spiega così la decisione di escludere dal ritiro della Nazionale Francesco Acerbi, dopo l’episodio della frase razzista che il difensore dell’Inter avrebbe detto a Juan Jesus durante la partita col Napoli. “Non vorrei mai trovarmi in questa posizione qui, ma noi abbiamo la responsabilità di uno sport importantissimo per la nostra nazione – le parole del c.t. in conferenza stampa -. E, visto quello che è venuto fuori, dobbiamo per forza agire, anche con cose ancora da chiarire”.

Spalletti e la tesi di Acerbi sulla presunta frase razzista

Spalletti spiega di aver parlato con Acerbi e di aver provato a sentire anche Juan Jesus, suo ex giocatore al Napoli. “Per quello che mi ha detto Francesco, non c’è un episodio di razzismo – aggiunge il c.t. -. Ma bisogna stare attenti ai nostri comportamenti, a tutto ciò che facciamo e diciamo. A maggior ragione quando facciamo parte della Nazionale. Sono importanti le 2 ore in campo, ma anche le altre 22 ore quando indossiamo la maglia della Nazionale. È un dispiacere enorme prendere decisioni per questi episodi qui. Bisogna stare attenti anche quando lo denunciamo un episodio così, se lo subiamo in maniera così clamorosa come è venuto fuori. Siamo tutti dentro questo caso. Ora abbiamo visto Francesco in difficoltà e per noi lui è importante. Non cambia nulla dal punto di vista della forza di squadra, ma ci dispiace dal punto di vista umano”. “Juan Jesus? Non l’ho sentito, ha il telefono spento. Ho provato a chiamarlo”, dice poi Spalletti.

Italia, Spalletti e le esclusioni di Immobile e Scamacca

Il c.t. è poi entrato nel merito delle convocazioni in vista delle due amichevoli negli Stati Uniti dell’Italia, impegnata giovedì col Venezuela e domenica con l’Ecuador. Spalletti ha parlato delle esclusioni di Immobile e Scamacca. “Su Ciro non prendo in giro nessuno – le parole del commissario tecnico -. So che è un calciatore importante per gli ultimi anni, per la Lazio e la Nazionale. Sta vivendo un momento in cui non riesce a esprimere tutto il suo potenziale e io devo tenere in considerazione tutti. Scamacca per un periodo non ha giocato. Quando l’ho portato non mi è sembrato che abbia espresso il meglio di sé stesso. Bisogna avere la capacità di dare subito l’impressione di essere al livello della Nazionale. Noi giochiamo la prima partita che ci può compromettere tutto. Devo avere la certezza che tutti riescano a dare subito il loro contributo”.

Spalletti in questo momento si fida di più di altri attaccanti. “Retegui è condizione, Raspadori può fare un doppio ruolo – dice il c.t. -. E poi dobbiamo prendere in considerazione qualcosa di nuovo, di continuo. Sennò sarebbe finita per noi, per esempio voglio conoscere da vicino Lucca per capire di che pasta è fatto. Le sue qualità sono importante, penso alla sua altezza. Non è una bocciatura per nessuno, ma c’è una crescita continua di altri che possono darci una mano”.

Nazionale, Spalletti e gli elogi a Pellegrini e Chiesa

A centrocampo non c’è Cristante, ma solo per problemi alla schiena, ha spiegato Spalletti che invece punta forte su Lorenzo Pellegrini. “È uno di quelli che abbiamo atteso tantissimo. Non ce l’ho mai avuto a disposizione – afferma il c.t. del romanista -. È di alto livello, è un calciatore forte che sa fare più cose, anche metri in quantità durante la partita. Non so che cosa verrà fuori da qui a giugno, ma ci contiamo. Ha avuto dei problemi, li ha sistemati e si trova a suo agio per la qualità che vuole De Rossi”.

Parole al miele anche per Federico Chiesa: “Per me è un calciatore forte, che ha qualità offensive, salta l’uomo, sa fare gol, ha il carattere forte di essere convinto delle sue qualità. Poi deve sapersi adattare se nella sua squadra gioca un po’ più dentro e io lo faccio giocare un po’ più fuori. Lui ogni tanto passa attraverso muri invalicabili, è un calciatore forte su cui puntare”, ha detto Spalletti.

Spalletti, De Rossi e il paragone con Mazzone

Passando ai colleghi allenatori, Spalletti cita Daniele De Rossi, suo giocatore alla Roma. “Daniele è stato bravissimo – dichiara il c.t. -. In alcuni momenti in panchina mi sembra un po’ Carletto Mazzone a vederlo quando esprime questo suo essere un po’ calciatore e questa sapienza nell’essere allenatore. Ha fatto un lavoro eccezionale, non era facile così in poco tempo dare una nuova mentalità. Che non era sbagliata, i risultati di prima lo testimoniano. Vedere Paredes va a fare il centrale basso per costruire, le due punte esterne che a volte sono aperte e altre vengono dentro, gli esterni che vanno avanti e indietro sono cose bellissime per chi ama il calcio e vuole scoprire cose nuove. Voglio molto bene a Daniele. A volte in passato ci siamo sentiti, gli ho augurato sempre il meglio. Mancini non la gioca solo lunga, ma gioca dentro. Costruisce e si inserisce, me lo ritrovo dentro l’area di rigore avversaria. Acerbi, Bastoni e Calafiori sono forti in questo, è la nuova qualità dei difensori che sanno fare sovraccarico sulla trequarti per sviluppare meglio il gioco”.

Nazionale, Spalletti e le amichevoli negli Stati Uniti

Spalletti infine fa il punto anche sul valore delle due amichevoli negli Stati Uniti. “Andiamo a rendere merito a 20 milioni di persone che ci aspettano laggiù e ci vogliono vedere – conclude Spalletti -. Dobbiamo tantissimo ai nostri connazionali che sono lì. Poi è un esame dal punto di vista tattico. Finora siamo stati coerenti perché avevamo poco tempo. Ora abbiamo la possibilità di allargare le nostre conoscenze, usando qualcosa di diverso, anche il sistema di gioco”.

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