Le sorprese sono sempre dietro l’angolo in NBA. Dove il fattore campo di colpo è diventato un optional: Cleveland e Dallas ne danno una dimostrazione pratica, violando rispettivamente i campi di Boston e OKC e riequilibrando due serie di semifinale che per tanti motivi diversi sembravano già segnate.
- Mitchell e Mobley rilanciano i Cavs: Boston s'inceppa e cade
- Mavs, la panchina ti da una mano: OKC sa anche perdere
- Le gare della notte: Jokic non ha più margini d'errore
Mitchell e Mobley rilanciano i Cavs: Boston s’inceppa e cade
I fischi che hanno accompagnato i giocatori di Boston già a metà del quarto periodo testimoniano la frustrazione e l’insoddisfazione del popolo verde. Che teme un’altra incompiuta dopo quanto accaduto lo scorso anno, con Miami che da testa di serie numero 8 ribaltò il pronostico nella finale di conference.
Cleveland è soltanto all’inizio e ancora ne ha di strada da fare, ma intanto s’è portata avanti col lavoro: tirando col 46% da tre punti (13/28) ha fatto quello che solitamente sa fare (e bene) Boston, che invece ha sparato a salve dall’arco (8/35). Il resto poi l’hanno fatto il solito Mitchell dominante in attacco (29 punti) e il solito Mobley dominante in difesa (21 punti e 10 rimbalzi), più un Caris LeVert on fire in uscita dalla panchina, autore di 21 punti.
Dominando anche a rimbalzo (44-31), i Cavs hanno avuto vita facile nel secondo tempo, quando sono letteralmente esplosi lasciando i Celtics in un mare di perché, con quel dato di zero triple a bersaglio sulle 7 tentate nel terzo quarto (contro le 7 a segno di Cleveland) piuttosto emblematico.
Senza Porzingis, qualcosa s’è inceppato in una squadra che non può dipendere solo da Tatum (25 di serata). Il 118-94 finale suona come un campanello d’allarme: Boston resta la favorita nella serie, ma Cleveland in casa non ha mai perso e se dovesse recuperare pure Allen diventerebbe davvero pericolosa.
Mavs, la panchina ti da una mano: OKC sa anche perdere
Anche Dallas dimostra di avere tante risorse a cui attingere nei momenti che contano: PJ Washington è una di queste e con una prova da 29 punti e 11 rimbalzi consegna ai Mavs il primo punto nella serie con OKC, che incappa nella prima battuta d’arresto nei play-off. Anche perché 29 punti (con 10 rimbalzi) li manda a referto anche Luka Doncic, non una sorpresa in senso lato, con Irving che per una sera preferisce sfornare più assist (11) che punti (9).
Preziosi anche i 17 dalla panchina di Hardaway, che ne segna 10 in fila nel terzo periodo per rintuzzare l’unico vero tentativo di rimonta dei Thunder, anche se la chiave di tutto è la serata storta di Chet Holmgren che si ferma a 11 punti e 6 rimbalzi.
OKC però un problema ce l’ha in regia: con Josh Giddey panchinato a partire dal secondo quarto (Aaron Wiggins al suo posto), le mosse di coach Daigneault non sembrano aver dato i frutti sperati, al di là dei 33 punti e 12 rimbalzi del solito SGA. Hardaway nel finale sigla un’altra tripla pesante e la questione è chiusa (110-119).
Le gare della notte: Jokic non ha più margini d’errore
Stanotte gara 3 tra Wolves-Nuggets e Pacers-Knicks: Jokic e compagni sono già a un bivio, costretti a vincere per non ritrovarsi sotto 3-0 e di fatto abbandonare ogni velleità di back to back. A Indianapolis c’è più incertezza: i Knicks hanno le rotazioni ridotte all’osso e i Pacers dovranno cercare in qualche modo di approfittarne, riaprendo una serie che li vede sotto 2-0.