C’è sempre una prima volta, anche per una squadra campione in carica. Che ne prende di santa ragione incassando la peggior sconfitta nei play-off per una detentrice dell’anello, e non è davvero una faccenda di cui andar fieri: Denver viene travolta in gara 6 da Minnesota, che vince 115-70 regalando al pubblico presente un “memorabile” quarto d’ora abbondante di garbage time, con tutte le riserve in campo per dar modo ai titolari di riposarsi in vista della madre di tutte le partite. Perché gara 7 in programma domenica prossima rischia di rivelarsi alla stregua di una sfida campale: i Wolves parevamo morti dopo tre ko. di fila, ma evidentemente hanno ancora molte cose da dire.
Wolves da urlo: con questa difesa è lecito sognare
E se anche uno come Nikola Jokic non ci gira troppo intorno (“C’hanno preso a calci nel sedere”, tradotto alla maniera più edulcorata possibile), vuol dire che in casa Nuggets più uno ha cominciato a preoccuparsi per la piega che ha preso la serie. Una serie che Denver era stata brava a rimettere in piedi dopo l’incredibile partenza da 0-2, che è anche la ragione per la quale l’epilogo non può che essere condensato in una gara 7 che promette scintille.
Con Anthony Edwards che ha voluto portarsi avanti per tempo, imprimendo il proprio marchio sulla sesta gara della saga: 27 punti in 34 minuti, ma soprattutto una leadership conclamata che gli ha permesso di punire ogni accoppiamento proposto dalla difesa avversaria. Con lui bene anche Jaden McDaniels (21 punti), autore della tripla con la quale ha interrotto la buona partenza dei Nuggets, avanti 9-2 dopo 4’ prima di ritrovarsi cappottati da un parziale mortifero di 27-2 che ha praticamente fatto venir giù ogni settore del Target Center. Di fatto la gara è girata lì, e da lì non s’è più ripresa.
Denver, attorno a Jokic è tornato il deserto
Quel che stupisce in modo netto e insindacabile è la percentuale dal campo dei giocatori di Denver: il 27,4% è uno dei dati più bassi della storia dei play-off (30,2% in area, 19,6% dall’arco) ed è una condanna senza appello che arriva ben prima di qualsiasi possibile attenuante.
Jokic al solito è l’unico a salvarsi (22 punti e 9 rimbalzi), ma stavolta predica nel deserto: Murray torna la brutta copia di se segnando appena 4 dei 18 canestri tentati, Gordon si ferma a 12 punti con 8 rimbalzi. È una ripassata storica, ma che mette sotto pressione i campioni in carica, costretti ora a passare per la via stretta di una gara 7 che si preannuncia senza esclusione di colpi. Specie se Gobert e Towns (27 rimbalzi catturati assieme: finale di squadra 62-43) dovessero continuare a difendere il ferro in questa maniera. E senza dimenticare l’apporto di Mike Conley, veterano tornato in campo dopo l’assenza forzata in gara 5 (13 punti preziosi).
Insomma, gara 7 è l’inevitabile epilogo di una serie in cui i pronostici vanno presi decisamente con le pinze. Dopotutto Edwards a un addetto alle pulizie dell’arena di Denver due giorni prima l’aveva detto: “Ci vediamo domenica”. È stato di parola.