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NBA Finals, Holiday è il padrone di gara 2: Doncic si perde nel finale, Boston sale sul 2-0

Boston non è bella come in gara 1 ma grazie a Holiday e White esce alla distanza e si avvicina all'anello: per Dallas Doncic si spegne nel finale

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Ha fretta di andare in vacanza, Boston. Anzi, in… Holiday: Jrue, veterano al servizio di coach Mazzulla, è l’uomo della provvidenza in gara 2 contro Dallas, che s’aggrappa al solito straripante Doncic per provare a tenere botta contro i campioni dell’Est, che infilano la nona vittoria consecutiva in questa corsa play-off (14-2 il totale stagionale) e scappano sul 2-0 in una serie che rischia di essere già seriamente compromessa per i Mavs. Che si affidano troppo al loro asso sloveno, incapaci di offrire un piano alternativo degno di tal nome per provare a spingersi oltre i propri limiti. E che subiscono la poliedricità di una Boston troppo sul pezzo.

Collettivo decisivo: Boston è una macchina (quasi) perfetta

Stavolta l’x factor della sfida non è Kristaps Porzingis. Che in parte si ripete anche in gara due, segnando 12 punti ma uscendo zoppicando dal campo (problema alla gamba destra: prendere nota per le prossime sfide della serie). Quello che spariglia le carte è Jrue Holiday, autore di una prova sontuosa fatta di 26 punti e 11 rimbalzi (11/14 dal campo).

Ancora una volta Boston s’affida a quelli che nella forma dovrebbero essere i gregari: Tatum e Brown il loro lo fanno (39 punti combinati, con 19 assist totali sui 29 di squadra), ma quando più conta ci pensa il supporting cast a vincere la partita. Holiday è il grimaldello che toglie certezze alla difesa dei Mavs, punita nel finale anche da Derrick White, autore peraltro della stoppata in tandem con Brown con la quale spezza i sogni di rimonta di Dallas nell’ultimo minuto di partita, quando silenziosamente i ragazzi di Kidd erano tornati sotto a -5 (da -13). Decisivo soprattutto lo strappo a metà terzo quarto, quando il giro palla dei Celtics finisce per punire le lacune della difesa avversaria.

Irving non incide e a Dallas manca sempre qualcosa

Sulla tripla da metà campo di Pritchard, che spedisce i suoi avanti di 9 lunghezze sull’83-74 alla penultima sirena, si capisce che la serata dei Mavs è segnata. Luka Doncic al solito ha regalato una prestazione sopra la media, nonostante fosse gravato da un problema al costato: 32 punti, 11 assist e 11 rimbalzi per lo sloveno, che pure dopo i 23 punti firmati nel primo tempo fatica tanto nella ripresa, dove peraltro paga dazio alle 8 palle perse che in qualche modo finiscono per condannare il lavoro suo e dei compagni.

Quando Boston decide di cominciare a raddoppiare, per lo sloveno non c’è più quella facilità d’esecuzione che per lunghi tratti aveva tenuto a galla l’attacco di Dallas nella prima metà di partita. Il problema è che Kidd riceve poco da Irving (16 punti e 6 assist), sebbene PJ Washington (17 punti), Gafford (13) e Jones jr. (11) in qualche modo una mano stavolta la diano dopo le percentuali asfittiche del primo atto. La rimonta finale si ferma sul più bello, ma in generale è evidente che i Celtics quando la posta si fa più alta hanno più armi e soluzioni: il 105-98 finale suona già come una mezza sentenza.

Mea culpa Doncic: “Ho sbagliato troppo, devo migliorare”

A fine gara Doncic, seppur dolorante, s’è preso tutta la colpa di una sconfitta che pesa sulle ambizioni di titolo dei Mavs. “Ho commesso troppi errori quando più contava. Ho sbagliato diverse scelte, preso tiri forzati e soprattutto non convertito tanti tiri liberi (4/8 dalla lunetta) che alla lunga ci sono costati la partita. Devo migliorare e pure tanto se voglio alzare il livello del nostro gioco e soprattutto se vogliamo darci la possibilità di provare a ribaltare la serie”.

Davanti a Dallas si staglia un compito durissimo: vincere almeno 4 delle prossime 7 partite, anche se a questo punto diventa decisiva gara 3, dove un’eventuale sconfitta pregiudicherebbe ogni possibilità di titolo (mai nessuno ha recuperato da 0-3). Anche nel 2011 Dallas si ritrovò sotto 2-1 nella serie con Miami, ma le successive tre vittorie regalarono il titolo al gruppo guidato da Dirk Nowitzki (che vinse gara 2 in Florida per poi perdere in casa la terza partita).

“Siamo stati bravi a non farci prendere dal panico dopo un primo tempo non semplice”, ha commentato Jaylen Brown. “Abbiamo tante soluzioni e dobbiamo affidarci a tutti. Pritchard sin qui era stato spesso criticato, stasera si è visto ciò che può dare alla causa”.

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