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NBA, Wembanyama spopola in campo e fuori: battuta a 110mila dollari la sua card virtuale su Sorare

Victor Wembanyama ha fatto registrare numeri nelle prime partite in NBA che non si vedevano dai tempi di Shaquelli O'Neal. E la Wemba-mania impazza sul web

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Lo aspettavano come un oracolo, e non ha deluso le attese. Che l’impatto di Victor Wembanyama sul pianeta NBA potesse essere di quelli memorabili, molti lo avevano fiutato già nei mesi precedenti. E le statistiche delle prime 7 gare disputate nella lega professionistica più famosa al mondo non hanno lasciato spazio a troppe interpretazioni: 19.4 punti di media a partita, 8.4 rimbalzi, 1.8 assist e 2.6 stoppate.

Per uno che compirà 20 anni tra due mesi, e che soprattutto non aveva mai giocato a questo livello in vita sua (in Francia s’era limitato a battagliare nelle zone medio alte della classifica, giocando in Euro Cup e senza nemmeno fiutare l’aria dell’Eurolega), numeri che testimoniano un valore esorbitante.

Tanto che erano decenni che non si assisteva a un debutto così marcato: bisogna tornare indietro ai tempi di Shaquille O’Neal, che nel 1992 fu il primo e unico rookie ad andare sopra i 100 punti segnati e le 10 stoppate complessive effettuate nelle prime 5 gare disputate in NBA.

La sfida con Holmgren per il Rookie of the Year

Wembanyama è un talento come ne nascono pochi al mondo, e di questo a San Antonio se n’è accorta in fretta. Chiaro che da qui a dire che possa realmente cambiare la concezione del gioco ci passa ancora un po’. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, i fan di tutto il mondo hanno potuto già familiarizzare con un prospetto come mai se n’è avuta memoria nella storia del gioco.

Un po’ per i 224 centimetri di altezza, un po’ per la capacità di rilasciare la palla con mani da guardia tiratrice, un po’ per la velocità d’esecuzione e il ball handling mostrato, Wemba è davvero un giocatore diverso da tutti quelli che l’hanno preceduto.

Anche se la strada che conduce al premio di Rookie of the Year, ovvero il titolo assegnato al miglior debuttante nella lega, dovrà giocarselo con un altro rivale mica da ridere: Chet Holmgren in NBA sarebbe dovuto entrare nel 2022, ma un infortunio a poche settimane dal via della stagione lo ha costretto a saltare l’intera annata. Gioca a OKC, è alto poco meno di Wembanyama, ma ha movenze abbastanza simili.

In due potrebbero seriamente spostare l’asse della lega, chiudendo l’era dei vari LeBron, Curry, Durant (che è quello che più assomiglia a entrambi) e Leonard. Anche se poi sulla piazza resterebbero Jokic, Doncic, Antetokounmpo, Butler e tanti altri ancora. Nessuno, però, con caratteristiche simili a due nuovi prospetti appena sbarcati sul pianeta NBA.

La card virtuale dei record: 110mila dollari per Wemba

Wembanyama ha fatto notizia in campo, ma invero ha cominciato a farne tanta anche fuori. È di pochi giorni fa l’annuncio che la sua card virtuale di Sorare è stata venduta a 110.199,79 dollari, un prezzo mai registrato prima per un rookie. Il record appartiene ancora alla card unica realizzata per Antetokounmpo nella stagione 2022-23, pagata 187.348,03 dollari, ma nel caso di Wemba è stato stracciato il primato relativo a una card fisica battuta a 67.300 dollari qualche mese fa (con tanto di autografo).

Quello dei collectibles digitali è un mondo in rapida espansione e la Wemba-mania è sembrata contagiare già stuoli di appassionati: il fortunato (e sicuramente ricchissimo) possessore del card potrà ora vedere aumentarne il valore, utilizzandola nei tornei di fantasy NBA indetti da Sorare (che è un gioco virtuale in cui utenti comprano, vendono, scambiano e gestiscono la propria squadra mediante carte digitali).

Wemba alla prova MSG: che sfida a New York!

Le prime settimane americane di Wembanyama hanno sostanzialmente dato credito a chi lo riteneva già pronto per potersi confrontare su un palcoscenico tanto ambito ed esigente come quello NBA.

Dopo la prova in chiaroscuro offerta nell’ultima gara degli Spurs, spazzati via senza troppi complimenti dagli Indiana Pacers (152-111: San Antonio rimane la seconda peggior difesa della lega, migliore solo rispetto a quella di Washington, nonostante l’apporto prezioso nella metà campo difensiva di Victor), ora arriva un altro battesimo importante: nella notte italiana tra mercoledì e giovedì Wemba scenderà in campo nel celebre Madison Square Garden di New York, ospite dei Knicks, provando a riaccendere sensibilmente i giri del motore.

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