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Leonardo Fabbri regge il peso e Crouser non fa più paura: a Parigi da imbattuto, poi con Ryan a pescare

Tocca a Leonardo Fabbri: l'atletica a Parigi apre le porte alle qualificazioni per la finale del lancio del peso. La misura per l'accesso diretto è di 21,35 metri

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

Tokyo 2020 non fa più testo. Il lancio del peso di Leonardo Fabbri è di altro livello. A Parigi ci arriva con altre certezze. Sono passati tre anni dall’Olimpiade giapponese ma se misuri il tempo in progressione pare che siano trascorse un po’ di vite. 14esimo nei Giochi nipponici – fuori dalla start list dei 12 finalisti come secondo tra gli esclusi – stavolta si presenta in Francia da imbattuto.

Un 2024 da incorniciare

Lo dicono i numeri del 2024: undici volte in competizione per altrettante vittorie in un lasso temporale di tre mesi. Da maggio a luglio. Perché fermarsi ora, sul più bello? Certo, c’è un tale che risponde al nome di Ryan Crouser, campione olimpico a Rio e Tokyo.

Un monopolio sui Giochi che dura da 8 anni. Basta così? Manco per niente: all’americano appartiene anche il record del mondo, 23 metri e 56 centimetri.

Il record italiano è di Leo

Non è mai arrivato a tanto, Fabbri: nelle braccia ha uno splendido 22.95 che gli vale il titolo di recordman italiano, messo a libro a Savona. Era la bellezza di 37 anni che il primato del peso non cambiava padrone: Alessandro Andrei spodestato dal 27enne fiorentino a cui sta girando bene.

Se la sente, Leonardo: mettiamola così. Anche perché dopo 14 confronti diretti è pure riuscito a battere per la prima volta Crouser: è successo a Londra, appena prima l’oro europeo di Roma.

Per la finale servono 21.35 metri

Tocca a Fabbri: le qualificazioni per portare a casa l’obiettivo minimissimo, accesso alla finale. Gruppo A per Leonardo, terzo in programma su sedici atleti. Poi tocca al gruppo B. Accesso diretto in finale con un minimo di 21.35, altrimenti la prima dozzina tra i classificati.

Misura a portata di Fabbri, senza dubbio: Leo non teme la giornata di esordio ma nemmeno vuol correre rischi. Lo sa bene: non si prende sottogamba niente. Il massimo? Entrare in finale senza forzare, tenere tutta l’energia per l’atto conclusivo.

Ha vissuto il programma di avvicinamento in funzione esclusiva delle Olimpiadi. Nel tu per tu con Andrea Buongiovanni per la Gazzetta: spera di trovare ai Giochi quella magia che ai Mondiali di Budapest gli mise tra le dita mezzo metro più di quanto fatto in precedenza. Il colpo in canna sente di averlo anche se insidiare il 23.56 di Crouser è impensabile.

Il rapporto con Ryyan Crouser

Ma Crouser è il Michael Jordan del peso: quando l’ha battuto Ryan ha mostrato di aver sentito il colpo. Leo non lo teme più, non come prima: rispetto e riferimento assoluto, non paura. C’è stima tra i due, a Londra hanno passato del tempo insieme, parla di Ryan come una persona gentile e disponibile. Lo ha invitato a Schio: lì si allenano entrambi, Fabbri vuole portarlo a pescare.

Renderlo umano è il primo passo per normalizzarlo.

Ha un mental coach, si è avvicinato ai principi del buddismo zen, lavora su di sé: l’atleta ma anche la persona, dieci minuti di meditazione al giorno, 24 chili in meno che hanno significato un paio di cose. La prima è che lascia indietro un po’ di forza, la seconda è che ne beneficia per elasticità, velocità e dinamismo.

Quanto pesa il getto a Parigi? Sempre quello: 110-130 mm di diametro per 7,26 kg di peso. Ed è un peso che Fabbri ha mostrato di reggere benissimo. Corpo e anima. Non fa paura.

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