Andrea Abodi stavolta non c’ha girato troppo intorno:
La pista che ospiterà le gare di bob, skeleton e slittino ai giochi di Milano-Cortina 2026 sarà in Italia.
Un annuncio che arriva in coda a mesi di polemiche, col ventilato trasloco all’estero (St. Moritz o Igls) che sembrava ormai inevitabile, tenuto conto anche dei ritardi accumulati nella preparazione degli impianti. Il Ministro dello Sport invece ha deciso di rompere gli indugi e da Roma, ospite di Atreju (la festa giovanile di Fratelli d’Italia), potrebbe aver posto la parola fine al tormentone che ha avvelenato il clima attorno alla rassegna a cinque cerchi.
- Abodi: "Bisogna parlare anche delle cose che funzionano"
- La rassicurazione di Abodi: "Simico al lavoro per una soluzione"
- Il piano A: riqualificare la pista di Cortina
- Il piano B: Cesana Pariol, la pista dei giochi del 2006
Abodi: “Bisogna parlare anche delle cose che funzionano”
Abodi ha spiegato che la vera novità è la ricerca dei fondi necessari per la riqualificazione di uno dei due impianti presenti in Italia, quello di Cortina d’Ampezzo (la pista dedicata a Eugenio Monti) e quello di Cesana Pariol. “I miracoli non li fanno né gli uomini e né le donne. Ma dobbiamo trovare una soluzione a quello che ci è apparso da subito come un problema rilevante, ma che alla fine troverà la sua soluzione. Sono convinto che le gare di bob, skeleton e slittino si disputeranno in Italia, e lo dico perché so quanto sia forte il desiderio che la cosa possa vedere la luce”.
“Capisco che in questo momento ci si stia concentrando tanto sull’impianto che dovrà ospitare queste gare – ha aggiunto Abodi – ma è anche vero che ci sono tante altre cose fondamentali che stanno procedendo per il verso giusto, dimostrando la qualità e il senso di grande responsabilità dell’organizzazione. Ecco, vorrei che a volte si parlasse più delle cose buone, che non sempre e solo di quelle che sino a questo momento non hanno funzionato. Stiamo però raccogliendo le risorse necessarie per promuovere al meglio questo grande evento”.
La rassicurazione di Abodi: “Simico al lavoro per una soluzione”
Interpellato poi sulla pista della discordia, Abodi ha ribadito l’impegno della politica nel trovare una soluzione condivisa e in grado di soddisfare le richieste del CIO. “Le soluzioni al problema le stanno studiando Simico (l’ente che si occupa delle infrastrutture legate ai giochi) e la società del Ministero delle Infrastrutture, che supporta quella privata su tutta la linea. Sono stati fatti passi avanti importanti, ora non resta che attendere gli ultimi passaggi e poi a gennaio verrà comunicata al mondo intero la decisione definitiva. Ma in questo momento non ho motivi per pensare che lo sliding center non sarà in Italia”.
Il piano A: riqualificare la pista di Cortina
La questione della pista che dovrà ospitare le gare di bob, skeleton e slittino va avanti ormai da mesi, e sino ad oggi (apparentemente) senza una soluzione che abbia trovato l’unanime condivisione da parte di tutte le parti in causa. Se le parole di Abodi avranno un seguito, resta da capire quale sarà la soluzione individuata, ritenuta evidentemente la più semplice e risolutiva.
La pista di Cortina, in disuso dal 2008, necessita di lavori importanti di riqualificazione per un costo complessivo che supererà i 100 milioni di euro, e ha già trovato la forte opposizione di numerosi comitati locali, decisi a impedire che vengano investite risorse così massicce e soprattutto che non venga arrecato un danno ambientale notevole a tutta la valle, al di là degli “equilibri” politici dettati dalla presenza di tanti atleti sul territorio.
Il piano B: Cesana Pariol, la pista dei giochi del 2006
Il piano B porta a Cesana Pariol, la pista costruita in occasione dei giochi olimpici di Torino 2006, inutilizzata dal 2011. In questo caso la spesa per il restyling sarebbe inferiore (non oltre i 60 milioni), ma l’eventuale spostamento delle gare in Piemonte aprirebbe un altro fronte legato proprio all’allargamento “geografico”, che finirebbe per sottrarre risorse al Veneto a favore di una regione che non era contemplata tra quelle che avrebbero dovuto ospitare la rassegna a cinque cerchi.
C’è anche un altro fattore di cui tener conto: il CIO ha fatto sapere al comitato organizzatore che l’impianto dovrà avere anche una vita successiva ai giochi, nel senso che non accetterebbe una proposta legata a una struttura il cui utilizzo sarebbe confinato alle gare olimpiche. Questo però il CIO ha interesse a promuovere anche la crescita e lo sviluppo delle discipline, e come tale pretende che gli impianti non abbiano solo la finalità di restare “cattedrali nel deserto”. Questa per l’Italia è forse una sfida ancora più grande rispetto a quella che attende Simico, che dovrà comunque cercare di portare a casa il risultato in tempi strettissimi. Abodi però s’è sbilanciato: ora sarà dura tornare indietro.