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Olimpiadi Milano-Cortina, Malagò chiama il Governo: "Tempi stretti per Cesana"

Il numero uno del CONI torna ad attaccare il Governo sulla pista da bob: "Attendo una lettera con l'impegno finanziario per ripristinare la pista di Torino 2006".

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Tutto avrebbe pensato Giovanni Malagò, mai di dover penare così tanto per una pista da bob. Che pure rappresenta una delle spine più dolorose nel fianco del presidente del CONI, costretto a districarsi in quella palude chiamata Milano-Cortina dalla quale uscirne fuori vivi non sarà per nulla semplice. Anche se poi l’ottimismo regna sempre sovrano: “Saranno i migliori giochi di sempre, ne sono convinto”, si lascia scappare in coda a una raffica di domande sollevate dai cronisti a margine della Giunta del CONI. Dove però le nubi, anziché dissiparsi, si sono fatte una volta di più scure e cariche di pioggia.

Le colpe dei Governi: servono impianti pubblici

Malagò ha preso a cuore la questione dell’impianto che dovrà ospitare le gare di bob, slittino e skeleton ai prossimi giochi olimpici del 2026. Argomento che pure crea sempre tensioni, perché se la politica da un lato spinge per una soluzione “italiana”, con il Veneto che pretende che si trovi una soluzione per l’attuale pista inutilizzata di Cortina e il Piemonte che si propone di ammodernare l’altro impianto a sua volta inutilizzato di Cesana Pariol, dall’altro c’è la necessità di garantire al CIO una struttura degna di una rassegna a cinque cerchi, anche a costo di dover emigrare in Svizzera (a St. Moritz) o Austria (a Innsbruck/Igls). Malagò ancora una volta ha fatto capire però di averne un po’ le tasche piene.

“Onestamente questa faccenda sta diventando un calvario. Questo è un Paese scientificamente impostato, dove a distanza di 60 anni dalle ultime olimpiadi disputate in Italia non s’è costruito lo straccio di un impianto pubblico. Io debbo rappresentare tutto il movimento dello sport, ma mi domando: senza infrastrutture, dove vogliamo andare? E come si può pensare di crescere? Abbiamo impianti vecchi, tutta roba passata, per questo dico che è un calvario. Anche se poi sono convinto che l’organizzazione di Milano-Cortina saprà spiccare per la competenza di cui dispone”.

Il tempo stringe: entro il 6 dicembre il CIO vuole una risposta

La vicenda della pista da bob è ancora uno dei nervi scoperti che contribuiscono a tormentare il numero uno dello sport italiano.

“C’è questa idea di provare a rimettere in sesto l’impianto di Cesana Pariol, ma anche lì il problema è a monte. Ho sempre detto che nell’istante in cui riceverò una lettera da parte del Governo con sopra scritto l’impegno a garantire la copertura finanziaria e tecnica dei costi di rifacimento della struttura andrò dal CIO a comunicare la scelta della struttura, e che si può cominciare a ragionare sui tempi e sui lavori. Passano i giorni, ma nella cassetta della posta di questa lettera non c’è traccia.

Sono 5 mesi che attendo che venga convocata la “cabina di regia” e il 6 dicembre scadranno i termini per l’invio della documentazione necessaria, con la relativa scelta del luogo che ospiterà le gare di bob, skeleton e slittino, ma ancora nessuno s’è fatto vivo. Senza dimenticare che per qualsiasi modifica legata a discipline e sedi delle gare bisogna prima fare un giro di consultazioni con gli enti locali, oltre che con la fondazione Milano-Cortina.

Insomma, la politica c’è dentro fino al collo, qualcuno invece ha provato a spostare la responsabilità e farla ricadere sul mondo dello sport, ma noi in questa vicenda siamo vittime, e questo deve essere chiaro a tutti”.

L’esempio del PalaAlpitour di Torino 2006

Malagò ha citato anche quanto avvenuto nei giorni scorsi a Torino, sede delle ATP Finals, pronta peraltro a rilanciare la propria candidatura anche oltre il 2025, quando scadrà l’attuale accordo in essere con l’ATP.

A Torino si è giocato su un palazzo dello sport che è stato realizzato guarda a caso proprio in occasione delle olimpiadi del 2006. Questo per dire che se si fanno determinati investimenti, poi i benefici possono ricadere a cascata anche a distanza di anni. Se fossi stato in un altro Paese, forse mi sarei già pentito di tutto il lavoro fatto per ospitare i giochi di Milano-Cortina. So però che alla fine ne sarà comunque valsa la pena, anche se tutti ci hanno lasciato soli. E dico questo perché so che alla fine i giochi saranno un successo”.

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