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Oliviero Toscani, interista doc e tifoso di Sinner, confessa di avere una malattia incurabile

Il fotografo, 82 anni, ha scoperto di soffrire di una rara patologia che non lascia scampo. La rivelazione al Corsera, l'amore per i nerazzurri

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

Solo ieri si piangeva la scomparsa di Sven Eriksson, morto per un cancro incurabile che aveva annunciato al mondo lo stesso ex tecnico svedese lo scorso gennaio, che arriva un’altra rivelazione tristissima: Oliviero Toscani, celebre fotografo di fama mondiale, ha confessato di avere un male incurabile in un’intervista al Corriere della Sera.

La confessione di Oliviero Toscani

Il fotografo, 82 anni, grande tifoso dell’Inter e di Sinner, ha rivelato al Corriere della Sera: “Alla fine di giugno mi sono svegliato con le gambe gonfie, ero in Val d’Orcia. Ho cominciato a fare fatica a camminare. All’ospedale mi hanno diagnosticato un problema al cuore. A fine agosto sono andato a Pisa al Santa Chiara e da lì al Cisanello, dove avevamo deciso la data dell’operazione al cuore, intorno al 20 settembre”. La diagnosi non ha lasciato scampo, Toscani ha l’amiloidosi, una patologia rara che provoca depositi di proteine anomale nei tessuti e negli organi di tutto il corpo causandone il malfunzionamento. “In pratica le proteine si depositano su certi punti vitali e bloccano il corpo. E si muore”. Toscani ha già iniziato una terapia sperimentale: “Faccio da cavia. A ottobre ho anche preso una polmonite virale e il Covid, mi hanno tirato per i capelli. Penso di essere stato anche morto, per qualche minuto: ricordo una cosa astratta di colori un po’ psichedelici. Quando sto male e ho la febbre riesco a immaginare cose fantastiche… In un anno ho perso 40 chili. Neppure il vino riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali”.

Il coraggio di Oliviero Toscani

Toscani non ha paura di morire, “Basta che non faccia male. E poi ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo. Non ho mai avuto un padrone, uno stipendio, sono sempre stato libero. Non si sa quanto mi resta. Certo che vivere così non mi interessa. Bisogna che chiami il mio amico Cappato (deputato europeo che nel 2007 ha lottato al fianco di Piergiorgio Welby per il suo diritto a una “morte opportuna” e che nel dicembre 2015 si autodenunciò per aver aiutato Dominique Velati, malata terminale con un tumore al colon, ad ottenere l’eutanasia e la stessa cosa fece nel febbraio 2017 per aver aiutato Dj Fabo, quando fu anche processato dinanzi la Corte d’Appello di Milano venendo assolto dall’accusa di aiuto al suicidio ndr.), lo conosco da quando era un ragazzo. Ogni tanto mi vien voglia. Gliel’ho detto già una volta e lui mi ha chiesto se sono scemo”.

Oliviero Toscani: l’amore per Sinner e per l’Inter

In questi giorni Toscani si gode il calcio e lo sport in tv: “Leggo, guardo in tv l’Inter e certe squadre inglesi. E poi c’è Sinner, che mi dà sollievo nella vita. Ora sono tutti gelosi e invidiosi di lui: tipico degli italiani. Imparerà presto chi sono i veri amici e chi no”. In una recente intervista Toscani rivelò il personaggio più divertente da fotografare: “Sicuramente Massimo Moratti, il vero interista. Supergeneroso, sorprendente, la persona meno adatta per fare il presidente di una squadra. Era un presidente diverso da tutti, con un plusvalore umano unico. Ho lavorato per l’Inter soprattutto per lui, perché la persona è fuori misura. Il derby preferito del passato?

Di solito vado con un mio amico milanista, e ogni volta che mi invitavano loro vincevamo. Ricordo un’Inter-Milan di dieci anni fa coi nerazzurri in nove e un rigore tirato da Ronaldinho. Dissi al mio amico Giorgio Galli: ‘L’ho visto con Sgarbi al ristorante, si è scolato due bottiglie di vino. Questo sbaglia’. E infatti sbagliò, o gli fu parato che è peggio di sbagliarlo”.

Cosa vuol dire essere interisti Toscani lo spiegò così: “Non è una scelta sportiva, ma filosofica. La squadra di calcio serve a vincere o perdere, ma con l’Inter non è così: è una follia, una sorpresa, deve essere il destino. Ricordo l’autorete di Lukaku col Siviglia, è una roba artistica perché il nostro capocannoniere fa autogol. Solo l’Inter può fare cose così. Ma questo fatto è più importante della vita. L’Inter è una fidanzata che ti fa impazzare ma le vuoi bene e le sei fedele”.

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