A suon di trionfi, successi e riconoscimenti, nell’ultimo anno abbondante Jannik Sinner ha riscritto la storia del tennis italiano, soprattutto quello maschile, superando due mostri sacri come Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta, che durante un suo intervento a Tv Talk su RaiTre ha scherzato parlando già di beatificazione per il n°1 del mondo e riprendendo il vincitore del Roland Garros nel 1959 e 1960: “È rimasto al tennis di una volta”.
- Panatta: “Sinner vicino alla beatificazione”
- Panatta: “Pietrangeli non lo cambi, è rimasto ai gesti bianchi”
- Adani svela cosa dice dietro le quinte Panatta di Sinner
Panatta: “Sinner vicino alla beatificazione”
Prima di Jannik Sinner l’ultimo uomo italiano a trionfare in singolare in un torneo dello slam fu Adriano Panatta nel 1976 al Roland Garros. Oltre al fatto di essere due grandissimi campioni, i due però hanno poco in comune secondo la leggenda azzurra, che ha tessuto ancora una volta le lodi del n°1 ATP, scherzando riguardo a una sua possibile santificazione immediata:
“Io e Sinner diversi come carattere? Innanzitutto lui è certamente più forte di me come giocatore. È straordinario, ha una continuità di rendimento pazzesca. E ha anche un comportamento impeccabile, non impreca mai, non fa mai un gesto di stizza. Nelle dichiarazioni non sbaglia una parola. Magari sarà un po’ ripetitivo, ma usa sempre le parole giuste. Siamo vicini alla beatificazione, beato subito, mentre la santificazione è più complessa”.
Panatta: “Pietrangeli non lo cambi, è rimasto ai gesti bianchi”
Se Panatta non ha mai avuto alcuna remora ad ammettere il sorpasso di Sinner ai suoi danni, Pietrangeli è sempre apparso un po’ restio a fare lo stesso nonostante i numeri siano tutti dalla parte di Jannik. A proposito delle affermazioni di Nicola sull’altoatesino, che spesso e volentieri contengono qualche frecciatina, Adriano ha scherzato sulla cocciutaggine del due volte vincitore del Roland Garros, a suo parere ancorato al tennis dei suoi tempi e legato ai propri successi:
“Pietrangeli ogni tanto lancia qualche frecciata a Sinner tra un complimento e l’altro? Nicola è Nicola mica puoi cambiarlo, ci ho parlato mezz’ora fa, si era sbagliato a telefonarmi. È rimasto ai gesti bianchi, al tennis di una volta, ci tiene tantissimo, al contrario di me, che mi procura fastidio anche fisico parlare di quando giocavo a tennis, perché è stata una cosa bellissima che ho vissuto, però ora anche basta, non si può dire ‘Sì però io ho vinto più di lui’. Io gli dico sempre ‘Nicola, basta, ma perché ti metti a fare queste cose?’. Lui mi risponde: ‘La gente non mi capisce’. ‘No, ti capisce’”.
Adani svela cosa dice dietro le quinte Panatta di Sinner
Nel corso di una puntata di Viva el Futbol, Lele Adani ha svelato cosa Panatta pensa veramente di Sinner, raccontando le sue chiacchiere dietro le quinte: “Quando il mio grande amico Adriano Panatta parla di Sinner c’è la sua analisi tecnica e poi ci sono le chiacchiere dietro le quinte, che sono quelle più belle. Adriano ne parla come di un essere speciale, di un’altra storia, di un’altra epoca, non accostabile a niente e nessuno. Con una stima superiore anche alla sua percezione, lui che era molto estroso Adriano era un tipo molto estroso e aveva anche un tipo di vita diverso e un tipo di attitudine tennistica diversa da quella di Jannik e infatti mi dice: ‘Io non ce la farei mai a fare quel tipo di percorso che fa lui, quel tipo di vita, cioè non lo riesco quasi a concepire’. Ma lo dice con una tale stima.
Sentire Panatta che celebra la grandezza di un giovane è bellissimo, io rimango incantato quando lo sento parlare di Sinner con un’ammirazione, con zero invidia, solo celebrazione. Adriano è un grandissimo, ha rappresentato la storia dell’Italia e sentirlo celebrare così Sinner è una mano tesa, è come una carezza, è veramente è bellissimo”.