Quando il presidente Zhang, in maniera un po’ incauta, parlava di “schiacciare gli avversari”, in realtà in testa aveva l’idea di riportare l’Inter ai vertici e scalzare la Juve. Come? Lo spiega Panorama, in un articolo di Giovanni Capuano incentrato sulla riaccesa rivalità tra Juve e Inter: “uno scontro che oggi non è di campo (troppo distanti i bianconeri), ma che presto si sposterà dagli uffici delle due società all’aspetto tecnico. La Juve domina il calcio italiano da otto anni, l’Inter lavora per insidiare questo primato. E adesso, con la fine dei vincoli del settlement agreement Uefa e il ritorno nella ricca elite della Champions League, con Suning punta a fare il salto finale e a sfidare la famiglia Agnelli suo terreno. Ecco perché dal ritorno della vicenda Calciopoli (a marzo i nuovi ricorsi della Juventus sull’assegnazione dello scudetto 2006 saranno discussi), alle strategia di mercato la temperatura sull’asse Milano-Torino è tornata ad alzarsi. Nell’era Suning (2016) la Juventus ha fatto 72 punti in più dell’Inter in campionato.
EFFETTO MAROTTA – Eppure negli ultimi mesi i segnali della ritrovata rivalità si sono visti chiaramente. Intanto la rapidità con cui Steven Zhang ha messo sotto contratto Marotta lasciato libero dalla Juventus. Poi le prime strategie di mercato coincidenti, dalla corsa al parametro zero (Godin e Ramsey con tentativo di inserimento di Marotta) all’attenzione ai giovani più forti, campo in cui la Juve ha avuto fin qui mano libera. Agnelli ha rispolverato Calciopoli dopo anni di silenzio (operoso), quindi si è arrivati alle stilettate di mercato, alle frasi su Icardi da parte di Paratici che non sono piaciute a Milano e alla risposta piccata firmata Marotta. Seguire i soldi spiega, però, perché l’Inter stia diventando la rivale più accreditata e sia quasi pronta a sfidare l’avversaria anche in campo. Oggi la Juventus è una società che fattura una volta e mezza l’Inter: 504 contro 347 milioni di euro. Ha lo stadio di proprietà e l’area della Continassa in cui sta sviluppando altro business. Suning accelera sul progetto nuovo San Siro e insieme al Milan vuole fare la stessa cosa intorno all’impianto del futuro. Differenze che si riflettono sulle possibilità di spesa e investimento sulle rispettive squadre. La Juventus paga 233 milioni in stipendi ai suoi tesserati (e con Ronaldo il conto è salito), l’Inter si ferma a 119 e al 30 giugno scorso la cosiddetta ‘potenza di fuoco’ data dalla somma di ingaggi e ammortamenti era di 207 milioni contro i 341 della Juventus. Difficile competere con questo squilibrio.
COME LA JUVE DEL 2015 – Attenzione, però, perché i numeri dicono anche altro. Intanto che il modello gestionale dell’Inter pre-Marotta lascia margini di manovra in crescita. Come? Ad esempio cominciando a vendere anche i top player per reinvestire. L’Inter di oggi è molti simile alla Juventus del’estate 2015. Stesso fatturato totale (347 contro 348 milioni), minor uso di plusvalenze (58 contro 114) e potenza di fuoco utilizzata con maggior prudenza (207 contro 233), anche per rispettare i dettami dell’Uefa. Marotta avrà mandato di agire sulla doppia leva: aumentare i ricavi anche dal mercato, sfruttare i vantaggi della presenza costante in Champions League, alzare il peso di ingaggi e ammortamenti sul bilancio. La ricetta Juve con tre anni di ritardo. Nell’estate del 2015 a Torino partirono Tevez e Vidal ed arrivarono Dybala, Khedira, Mandzukic e Alex Sandro con in più il prestito di Cuadrado. Un mercato che pesò per 114 milioni di euro sul bilancio del club e garantì un nuovo salto di qualità, quello che l’Inter è pronta a fare e che riaccende la rivalità sull’asse Milano-Torino.