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Paralimpiadi, l’accusa di Ganeshamoorthy: “Ho ricevuto messaggi razzisti”. Legnante, argento e il sogno Los Angeles

Le Paralimpiadi di Parigi continua a raccontare storie, molto spesso edificanti e di ispirazione, ma alcune meno come quelle denunciate dalla medaglia d’oro Rigivan Ganeshamoorthy

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Fenomeno del web con quel suo atteggiamento schietto, sincero e decisamente “romanesco”: in pochi giorni Rigivan Ganeshamoorthy è entrato nel cuore dei tifosi italiani che con il suo nome continueranno magari a litigare in fase di pronuncia ma che dopo l’oro con record del mondo nel lancio del peso e soprattutto, dopo le sue parole lo hanno eletto a idolo dei social e delle Paralimpiadi di Parigi.

L’accusa di Ganeshamoorthy

Idolo del web, applausi da parte di tutti ma come sempre quando su una persona si accendono le luci dei riflettori, arriva anche uno sciame di stupidi. Lo rivela proprio Rigivan nel corso di un’intervista con il Messaggero in cui parla dell’eco della sua impresa sportiva anche dal punto di vista mediatico: “Il cellulare scottava: 400 messaggi su Whatsapp, oltre mille richieste di amicizia su Instagram. Ho sentito tutta la famiglia, amici stretti. Persone che non conoscevo mi hanno fatto i complimenti. Forse l’unica cosa negativa erano alcuni che mi scrivevano cose indelicate sul colore della pelle. Nel 2024 sentire ancora questa cosa è un po’ triste. Gli ignoranti sono loro, a me scivola addosso”.

“Dalla malattia anche cose positive”: il messaggio di Rigivan

“Bello quest’ambiente, forse però ci sono un po’ troppi disabili”, questa la battuta ai microfoni di Elisabetta Caporale che lo ha fatto diventare virale sui social. Le sue interviste negli ultimi giorni sono diventate un cult (“se non salutavo la mia ragazza mi faceva bianco di schiaffi”). E al Messaggero parla anche della sua malattia: “Nel 2017 è arrivata la malattia, con la sindrome di Guillain-Barré. È stata una cosa negativa che mi ha portato tante cose positive. Come lo sport. Durante la riabilitazione dentro il Santa Lucia, l’ospedale di Roma dove ero ricoverato, ho conosciuto il basket in carrozzina. La sera sotto la mia stanza si allenavano gli atleti del club e allora ho voluto provarlo anche io”.

Legnante infinita: argento e obiettivo Los Angeles

La leggenda di Assunta Legnante continua anche a Parigi. La napoletana ha conquistato la medaglia di argento nel disco a 46 anni, dopo gli ori di Londra e Rio, e dopo l’argento di Tokyo. Ma non ha alcuna intenzione di fermarsi e alla fine della sua gara rivela: “Non è questo il momento di smettere, voglio andare a Los Angeles 2028 perché non ho mai visto l’America – poi scherza – beh non la vedrò nemmeno stavolta (Assunta è cieca dal 2009, ndr) a comunque voglio andare in America”.

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