Un nullo maledetto, una prova incolore e tanta sfortuna per Leonardo Fabbri. Il lanciatore azzurro aspettava la serata da sogno e invece si ritrova in un incubo. Il toscano non riesce a pareggiare le misure, sopra i 22 metri, che lo avevano visto protagonista per tutta la stagione in una gara che è stata però condizionata anche dalla poca attenzione dell’organizzazione che ancora una volta sembra lenta e poco efficiente.
La gara di Fabbri
Il primo lancio di Leonardo Fabbri fa subito gridare al miracolo, l’azzurro piazza una misura abbondantemente sopra i 22 metri, un lancio che sarebbe valso una medaglia ma come successo nel secondo getto di qualificazione il movimento con i piedi lo porta un po’ più in là ed arriva un nullo che lascia il grido strozzato in gola. Al secondo arriva il lancio di sicurezza che gli consente di piazzarsi tra i primi 8 e continuare i lanci di finale. Al quarto il lancio che lo porta a ridosso del podio che poi dopo diversi minuti diventa nullo. Poi ci pensa anche la sfortuna, un po’ di pioggia che arriva sullo Stade de France che rende la pedana di lancio come una pista di pattinaggio sul ghiaccio. Il quinto salto è ancora nullo con il toscano che rischia di perdere l’equilibrio e tanti altri rischiano o cadono con un’alta probabilità di farsi male. Si era fermata prima la gara di Zane Weir che complici gli infortuni che lo hanno colpito nella seconda parte di questa stagione non si è presentato all’appuntamento di Parigi nelle condizioni migliori ed è rimasto fuori dai primi 8.
Il disastro dell’organizzazione
Nei primi due giorni delle gare allo Stade de France già si sono visti un po’ di problemi organizzativi con alcune falle evidenti. Del resto gli atleti si sono lamentati di tantissime cose nel corso di questa Olimpiade. L’ultimo in ordine di tempo è stato Gregorio Paltrinieri che ha denunciato le condizioni del villaggio olimpico, sulle condizioni della Senna si sono scritti fiumi di parole. E ad aggiungere l’ultimo paragrafo arriva la gara del getto del peso. La pioggia coglie tutti di sorpresa con gli atleti che sono costretti a eseguire il loro quinto tentativo praticamente sulle uova, con la paura di cadere e la difficoltà nel trovare gli appoggi. La gara ne viene pesantemente condizionata ed è lo stesso telecronista della Rai, Franco Bragagna, a definire questa parte della gara come una farsa.
Delusione per Zaynab Dosso
Niente da fare per Zaynab Dosso che dopo il bronzo agli Europei di Roma sperava in qualcosa di importante a queste Olimpiadi. Sarebbe servito però il suo personale (oltre che record italiano) per riuscire a sperare in una qualificazione in finale. La condizione però sembra distante da quella vista qualche mese fa con l’azzurra che chiude al nono posto la sua semifinale con un 11”34 che lascia un po’ di amaro in bocca.