Che figuraccia. Era (anzi è, o meglio sarebbe) il fiore all’occhiello dell’Olimpiade “green” studiata da Parigi per il 2024: la maratona di nuoto tra le acque della Senna, il fiume che attraversa la capitale francese. Dal 2016 sono stati stanziati 1.400 milioni di euro per ripulirlo e renderlo nuovamente balneabile, com’era esattamente cento anni fa prima che le autorità, nel 1923, proibissero tuffi e nuotate. Il motivo? Le altissime percentuali di inquinamento. Lo stesso che, a dispetto delle volontà degli organizzatori, ha impedito la disputa del preolimpico, previsto per oggi, 6 agosto.
- Senna inquinata, salta il Preolimpico di nuoto
- Troppi batteri, il dietrofront di World Aquatics
- L'altra figuraccia ai recenti Mondiali di triathlon
- La denuncia: controlli meno stringenti dopo la Brexit
- Parigi 2024, il piano B (mortificante) per il nuoto
Senna inquinata, salta il Preolimpico di nuoto
World Aquatics, l’entità che ha preso il posto della Fina e che organizza tutte le competizioni di nuoto al mondo, aveva annunciato con orgoglio la disputa della Open Water Swimming World Cup 2023, un vero e proprio “preolimpico” della maratona di nuoto in acque libere, uno dei tre eventi – gli altri sono triathlon e paratriathlon – che dovrebbero svolgersi sulla Senna ai Giochi del 2024. La prova, però, è stata annullata in mattinata dopo ore e ore di febbrili consultazioni. “La qualità dell’acqua del fiume è al di sotto degli standard accettabili”, si legge in una nota dell’ente. “Dobbiamo continuare a lavorare con Parigi 2024 e le autorità locali per garantire che siano in atto solidi piani di emergenza per il prossimo anno“.
Troppi batteri, il dietrofront di World Aquatics
I segnali, per la verità, erano stati chiari nei giorni scorsi. L’allenamento generale di venerdì era stato annullato, la gara femminile di ieri spostata a oggi. Ma la verità è che nei giorni scorsi ha piovuto troppo, facendo straripare le foglie e portando novevoli quantità di acque reflue nel fiume. I tassi di presenza dell’Escherichia Coli, il più celebre tra i batteri che provocano infezioni intestinali, superiori ai limiti. Impossibile gareggiare in queste condizioni. “La salute degli atleti deve essere sempre la nostra prima priorità”, le parole di prammatica di Husain Al-Musallam, presidente di World Aquatics.
L’altra figuraccia ai recenti Mondiali di triathlon
La figuraccia parigina fa il paio con quanto accaduto una settimana fa proprio nel triathlon, ai Mondiali di Sunderland, validi – manco a dirlo – come qualificazione olimpica. Cinquantasette degli oltre duemila atleti che hanno preso parte alla kermesse disputata tra il 29 e il 30 luglio in Inghilterra hanno accusato malessere generale e diarrea dopo la competizione. Anche in questo caso, a causa dell’elevata presenza di batteri nelle acque.
La denuncia: controlli meno stringenti dopo la Brexit
In questo caso l’indice è puntato sui controlli “meno stringenti” delle autorità britanniche sullo stato di salute delle acque dopo l’uscita dall’Unione europea. I controlli sono diminuiti, ma sono aumentati i mal di pancia. Particolarmente cruda la denuncia dell’australiano Jacob Birtwhistle: “Sto piuttosto male da quando ho partecipato alla gara, suppongo che questo sia ciò che accade quando si nuota nella m… Avrebbero dovuto cancellare la prova di nuoto in quelle condizioni”.
Parigi 2024, il piano B (mortificante) per il nuoto
Cosa fare in vista di Parigi 2024? Sperare che non piova, magari. E nel frattempo intensificare i lavori per la realizzazione di un bacino artificiale ad Austerlitz, dove eventualmente far svolgere la maratona di nuoto e le prove natatorie di triathlon e paratriathlon. Ma sarebbe un piano B. Mortificante. Proprio sulla Senna, infatti, si svolgerà la cerimonia inaugurale dei Giochi del prossimo anno. L’Olimpiade “più pulita di sempre”, che rischia di aprire i battenti su un fiume talmente inquinato da non poterci nuotare.