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Paul Gascoigne all'Isola: la Lazio, l'alcol e l'autolesionismo

L'ex calciatore ed allenatore è nel cast dell'adventure game condotto da Ilary Blasi: Paul Gascoigne cerca il riscatto dopo anni bui e difficili

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Quando alle indiscrezioni è subentrata l’ufficialità, l’interrogativo che ha colto chiunque abbia avuto dimestichezza con Paul Gascoigne è risultato comune, ovvio. Quale sarà il limite, varcato il quale, Gascoigne lascerà spazio e raggio d’azione a Gazza? Chi vedremo dei due all’Isola?

Paul Gascoigne e Gazza, la sua maschera

Come un personaggio pirandelliano, Gascoigne, genio del calcio e amato idolo della tifoseria inglese e laziale, contiene due e più moltitudine in sé. Personalità poliedrica, a tratti autolesionistica e imprevedibile, schiacciata forse dalla malattia e troppe volte al centro delle cronache per gesti drammatici e tragici, sintomatici di un male di vivere opprimente.

Invece, oggi, lo ritroviamo sull’Isola per una prova durissima di resistenza e di tenuta psicologica, addirittura carica di intelligenza se valutassimo anche temi come strategia e tattica.

Tanto Gazza è spavaldo, buffone e strafottente, tanto Paul è problematico, insicuro e affetto da devastanti sensi di colpa e paure. Nella sua biografia ha narrato eventi tragici, dei quali è stato testimone e che lo hanno segnato da bambino e reso un adulto perverso, affascinato dal trash e dall’alcol suo unico sfogo.

La carriera di Paul Gascoigne: da calciatore ad allenatore

Dei tentativi di suicidio sappiamo solo che non sono riusciti fino in fondo e che peggio è stata la dipendenza dalla bottiglia, una consolazione che è sempre presente in questa vita dalla prima sbronza, a 15 anni.

Sul campo trova il riscatto da un’adolescenza assurda, condita da ossessioni e dipendenze fino a quando non ottiene si realizzare un sogno: diventare un calciatore del Newcastle United. Quando passa al Tottenham si narra che festeggiò per tre giorni e una marea di bottiglie e il trasferimento alla Lazio non fu poi cosa così diversa. Erano gli anni Ottanta e era concesso molto ai calciatori.

“Volevo la Lazio da tanto tempo e non vedo l’ora di indossare questa maglia – disse ai giornalisti all’uscita dell’aeroporto – vedrete, saprò adeguarmi in un ambiente di conservatori“, le parole che pronunciò. Piaceva ai tifosi e sembrava che qualcosa fosse cambiato, complice anche un rapporto stabile a livello sentimentale. Nulla di vero, nulla di concreto.

Finisce con la sua compagna (anche molto male), non si prende con Zeman e con Cragnotti le cose non filano come avrebbero sperato quanti ne apprezzavano le prodezze in campo. Dopo la Lazio, questo centrocampista simpatico, campione sul campo e della Nazionale torna in patria ma è già tutto corrotto.

Soprattutto, Gascoigne ha continuato a farsi del male, nascondendosi dietro a Gazza, una sua creazione, una sorta di maschera sempre incline al gioco e allo scherzo. Ha tentato anche la via più strana, quella di diventare allenatore senza raccogliere successo.

L’avventura all’Isola 2021 di Paul Gascoigne

A 53 anni è un uomo che ha sperperato una fortuna all’incirca di 26 milioni di euro guadagnati in carriera, ha tentato il suicidio, ha subito il ricovero per tre mesi in una clinica psichiatrica, il coma dopo una crisi cardio-respiratoria e una altalena terrificante raccontata nel suo libro. Ma non gli sono mai mancate le occasioni, come l’Isola, le persone care per chi non ha mai dimenticato Paul dietro alla maschera goliardica di Gazza.

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