Una notizia storica: per la prima volta in assoluto la polizia investe nel mondo eSports. Si tratta di quella spagnola, dove gli agenti gareggeranno ufficialmente in due videogiochi con l’obiettivo di far conoscere meglio il loro lavoro.
Polizia e gaming
David Pérez, 23 anni, aveva sempre desiderato diventare un agente di polizia. Quest’anno studia all’Accademia di Ávila. Lì ha ricevuto un messaggio dai suoi superiori: cercavano giovani che sapessero giocare molto bene ad alcuni videogiochi, quasi come dei professionisti. Pérez ha fatto domanda perché era molto bravo a Valorant, gioco targato Riot Games in continua crescita, che proprio in Spagna ha il suo picco di spettatori Europei. Oggi David è diventato uno dei membri del “c1b3rwall”, la squadra ufficiale di eSports della Polizia Nazionale.
La squadra attualmente gareggerà in due videogiochi: Valorant e il più classico di tutti i giochi competitivi, League of Legends. In Valorant inizieranno con il circuito Storm, una sorta di seconda divisione. Da gennaio gareggeranno ufficialmente con due grandi aspirazioni: una, vincere e arrivare primi per competere con i professionisti. Due, farsi conoscere come agenti in un settore nuovo e lontano dalle solite routine della Polizia. Questo sabato c’è stata la presentazione ufficiale della squadra alla fiera Amazon Gamergy di Madrid.
L’eSports combinato alle competizioni sportive
Le squadre faranno anche tornei di esibizione che combineranno l’eSports alle prove fisiche. Il primo è previsto per febbraio all’Accademia Nazionale di Ávila. Il team invitato sarà il KPI, di Valorant. La competizione non sarà solo con i videogiochi, i professionisti degli eSports dovranno mettersi alla prova in esercizi fisici con la polizia. “Sono molto sorpreso e mi piace che la polizia abbia preso questa iniziativa”, afferma Eric Diablo Murillo, direttore di KPI. “È un modo per arrivare a questo pubblico, dietro ai professionisti ci sono tanti tifosi e bambini. È un modo per sensibilizzare tutto il settore”, aggiunge. “Siamo la prima squadra di una forza di polizia nel mondo degli eSport”, afferma Nevado. “La polizia deve essere ovunque e i videogiochi sono già l’industria dell’intrattenimento più importante”
“Tutto è iniziato perché grazie al Cybersecurity Congress che istituiamo ogni anno, il c1b3rwall, abbiamo ricevuto molte email da appassionati di eSport che avevano subito truffe o si erano fatti rubare i profili”, racconta Casimiro Nevado, l’ispettore capo che ha lanciato il progetto. Come puoi raggiungere questo gruppo che tradizionalmente non consuma media? Con una squadra ufficiale della Polizia che gareggia, realizza streaming sul proprio canale Twitch e diffondi quanto hanno riassunto in un decalogo con regole del tipo “non sai chi c’è dall’altra parte dello schermo. Non condividere immagini e video intimi. Diffidate” o “uno stile di vita sedentario non è uno stile di vita sano”.