Un elenco dettagliato degli argomenti utilizzati per giustificare il ritardo in campionato, l’uscita di scena anticipata dall’Europa e qualche sconfitta di troppo. E ancora: gli errori più grossolani palesati soprattutto negli ultimi tempi, come la singolare gestione di un campione come Eriksen. Ci va giù duro Sandro Piccinini nei confronti di Antonio Conte. E alla fine l’ex telecronista, attualmente opinionista su Sky, rivolge anche un invito esplicito all’allenatore dell‘Inter.
Conte, il post di Piccinini su Twitter
Ecco il post pubblicato da Sandro Piccinini sul suo profilo Twitter: “Conte continua a parlare degli episodi, di sfortuna, dei gol sbagliati, della mancanza di rispetto da parte degli arbitri. Eriksen in campo solo ‘quando Lautaro non ne aveva più’… Il momento di un pizzico di autocritica rinviato alla prossima occasione…”.
E la tirata d’orecchie per lo sfogo
C’è spazio anche per una considerazione sullo sfogo in tv dopo l’eliminazione: “Complimenti di cuore ad Anna Billò, Paolo Condò, Costacurta, Del Piero e al mio vecchio compagno di telecronache Mr. Fabio Capello. La gestione dello studio durante l’intervista a Conte è stata esemplare. Lezione di giornalismo, competenza e buone maniere. Top class”.
Piccinini vs Conte, le reazioni
Marea di commenti ai post del giornalista. “L’autocritica sono le dimissioni”, scrive un utente. “Si può fare peggio di uscire dall’Europa arrivando ultimi nel girone? Si, è possibile fare peggio. Basta andare davanti alle telecamere e vaneggiare”, attacca Antonio. “Troppo orgoglioso per ammettere gli errori”, è un altro commento. Roby invece fa un invito a Piccinini: “Vergognoso il suo tono con Capello (che potrebbe insegnargli l’ABC) e soprattutto con Anna Billó. Però la prossima volta che viene al Club non siate teneri.. non può passare tutto in cavalleria..”. Fabio conclude con una considerazione di natura tattica: “Non sarà forse ora di dimenticare il 3-5-2? Nel calcio di Conte vedo poca fantasia e poca attitudine a cambiare, a migliorare. Tanti allenatori l’hanno fatto e quelli che non cambiano sono quelli che hanno vinto tutto”.