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Pirlo e il retroscena del 2006: aveva firmato col Real, poi rinunciò per il Milan 

L’ex centrocampista ha raccontato di aver siglato un contratto con i Blancos dopo i Mondiali, ma di aver poi cambiato idea per giocare ancora con i rossoneri

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Il tifo per l’Inter da bambino, le vittorie col Milan e la Juventus ma anche la firma sul contratto col Real Madrid, a cui poi rinunciò per restare in rossonero: Andrea Pirlo ha raccontato la sua carriera a Radio Serie A, rivelando alcuni importanti retroscena sulle sue scelte professionali.

Pirlo e l’infanzia da tifoso dell’Inter

Il racconto di Andrea Pirlo a Radio Serie A tocca vari momenti della sua vita, anche di quella da bambino, prima di diventare un calciatore professionista. All’epoca quello che sarebbe diventato una colonna del Milan e della Juventus era un tifoso dell’Inter. “Ero tifosissimo dell’Inter – ha svelato Pirlo – mio papà mi portava a Viareggio in vacanza e quando l’Inter era in ritiro in quelle zone, li raggiungevo per farmi fare gli autografi. Ma quando diventi professionista non tifi più allo stesso modo. Semmai tifi la squadra per cui giochi”.

Pirlo, la Champions col Milan la vittoria più bella

È con i rivali del Milan, però, che Pirlo centra quella che lui definisce la vittoria più bella. “Con il Milan ho vinto tutto, ma la vittoria più bella è stata la prima Champions League – dice l’ex regista -. La ferita per la finale ad Istanbul è difficile da rimarginare, ho anche pensato di smettere. La mia avventura con il Milan non è finita come sognavo; speravo di poter rimanere e di essere ancora utile, ma in quel periodo c’era la politica per cui agli over 30 veniva offerto solo un anno di contratto, e allora ho scelto la Juventus”.

Juventus, Pirlo e il legame con Conte

Con la Juventus Pirlo ha continuato a vincere, diventando il leader della squadra di Antonio Conte capace di vincere 4 scudetti di fila. “È stata una rivincita per me – dice ora Pirlo -. Avevo una grande voglia di dimostrare a tutti che ero ancora un giocatore in grado di giocare ancora ad alto livello e con la Juve ho vinto 4 campionati e siamo arrivati in una finale di Champions. Conte è stato un grande maestro di campo e di calcio”.

Pirlo e gli allenatori: da Lippi a Mazzone

Ma Pirlo ha parole al miele per tutti gli allenatori con cui è riuscito a vincere in carriera. “Con ognuno di loro conservo ricordi bellissimi – afferma l’ex centrocampista -. Sicuramente con Lippi ho vinto il trofeo che ogni calciatore auspica di vincere. Lucescu è stato il primo a portarmi in prima squadra: stravedeva per me e anche quando mi allenavo con i ‘grandi’ aveva sempre un occhio di riguardo e mi spingeva a fare sempre meglio. Mazzone è stato colui che ha dato il là alla mia carriera; per lui ero il Falcao del Brescia e da trequartista o mezzala quale ero, mi ha spostato facendomi diventare regista del centrocampo”.

Pirlo: il no al Real Madrid per restare al Milan

Quanto agli spartiacque della carriera, Pirlo identifica quello più importante nel 2006, dopo la vittoria dei Mondiali con la Nazionale. “Era il periodo di Calciopoli, e non si capiva come sarebbe ripartita le Serie A. Appena finito il Mondiale firmai un contratto con il Real Madrid, ma poi quando comunicarono che il Milan sarebbe ripartito dalla Serie A con una penalizzazione, d’accordo con Galliani, ho scelto i rossoneri”.

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