Due anni e mezzo di carcere: questa la pena richiesta dalla pubblica accusa nel processo che vede coinvolto Gjert Ingebrigtsen, il padre nonché ex allenatore del fuoriclasse del mezzofondo norvegese Jakob, comparso davanti alla corte come uno degli accusatori nei confronti del genitore. Al quale vengono imputate le colpe di presunta violenza fisica e psicologica perpetrate sui figli, soprattutto su quelli che come Jacob hanno intrapreso sin da giovanissimi la carriera sportiva (oltre a Jakob, anche la sorella Ingrid, di 6 anni più giovane).
- Le accuse dei figli: "Manipolati e controllati in tutto"
- Quattordici anni di abusi. E le critiche verso la serie TV
- La difesa chiederà l'assoluzione dell'imputato
- Jakob, problemi a un tendine: salta l'esordio a Oslo?
Le accuse dei figli: “Manipolati e controllati in tutto”
Il processo ha avuto una vasta eco in Norvegia, com’è naturale che fosse. Jakob, attuale primatista mondiale dei 1.500 metri indoor, del miglio e delle distanze di 2.000 e 3.000 metri (quest’ultime meno note al grande pubblico, non essendo presenti nelle competizioni come mondiali e olimpiadi), da anni ha raccontato di essere stato vittima dei comportamenti decisamente sopra le righe che il padre ha manifestato nei confronti suoi e della sorella minore Ingrid.
E nel corso del processo non s’è limitato soltanto a testimoniare a parole, cercando di convincere la giuria di quanti abusi a livello psicologico avesse subito sia durante la pratica sportiva, sia nella vita di tutti i giorni. “La mia educazione da bambino è stata caratterizzata dalla paura. Tutto era controllato e tutto veniva deciso per me. Ho subito una quantità enorme di manipolazioni e quando ero un teenager non poteva fare nulla, neppure andare alle feste di compleanno dei miei amici, perché dovevo allenarmi due se non addirittura tre volte al giorno”.
Quattordici anni di abusi. E le critiche verso la serie TV
Le testimonianze di Jakob hanno colpito nel segno, sebbene in Norvegia l’atleta venga considerato qualcosa in più di un semplice sportivo (i risultati ottenuti negli ultimi due anni parlano per lui: suo padre Gjert non è più il suo allenatore dal 2022).
I fatti contestati comprendono un periodo che va dal 2008 al 2022, riferiti anche al periodo nel quale è stata girata la serie “Team Ingebrigtsen”, uno dei programmi più seguiti della storia televisiva norvegese, che parlava anche dei fratelli maggiori Henrik e Filip, ma dove molte registrazioni sarebbero state appositamente tagliate per evitare che papà Gjert finisse nel mirino degli appassionati per i suoi metodi di lavoro piuttosto rudi. Tanto che la produzione del programma è stata a sua volta criticata in patria per aver contribuito a nascondere gli abusi che durante il processo sono venuti a galla.
La difesa chiederà l’assoluzione dell’imputato
Inizialmente l’accusa aveva chiesto 6 anni di carcere a Gjert, sostenendo che con i suoi modi di fare era solito “minacciare e aggredire anche fisicamente i propri figli, spesso con ceffoni e calci sin dai tempi della scuola elementare”, come spiegato dal procuratore Angjerd Kvernenes.
La difesa, sostenuta dall’avvocato Heide Reisvang, ha invece respinto al mittente ogni tipo di accusa, al punto che ha già fatto sapere che chiederà la piena assoluzione del proprio assistito. “La condanna è totalmente sproporzionata, per questo chiederemo che Gjert venga assolto dai reati contestati”.
Jakob, problemi a un tendine: salta l’esordio a Oslo?
Eppure l’opinione pubblica norvegese è piuttosto schierata dalla parte dei figli dell’ex allenatore: anche Henrik e Filip hanno confermato di aver subito da piccoli violenze e minacce psicologiche dal padre, che pertanto pare indirizzato verso una condanna abbastanza certa (la sentenza potrebbe arrivare già nella giornata di domani, giovedì 15 maggio).
Jakob, che ha testimoniato lo scorso 25 marzo, nel frattempo è rientrato da un allenamento in altura in Sierra Leone, che pure non è andato come sperato: un’infiammazione al tendine d’Achille l’ha costretto ad anticipare il rientro, col rischio che il debutto previsto il prossimo 12 giugno ai Bislett Games di Oslo debba essere rimandato a un altro meeting estivo, dal momento che il focus sarà tutto incentrato sui mondiali di Tokyo in programma dal 13 al 21 settembre.