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“Rambo” D’Onofrio, la realtà oltre la fiction. Graziato Sozza: nessun provvedimento per Milan-Fiorentina

L'ex procuratore degli Arbitri, D'Onofrio, tra gli ambienti della malavita era conosciuto come Rambo.

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Emergono particolari inquietanti ed allo stesso modo dissacranti sull’inchiesta che ha portato in carcere il procuratore degli arbitri D’Onofrio. Secondo gli inquirenti, l’arrestato per compiere le azioni illegali utilizzava il nome di Rambo.

Inchiesta D’Onofrio, particolari inquietanti sull’attività criminosa del procuratore

Quello che sembra un film, purtroppo, è la pura realtà. Secondo quanto emerge dai rilievi della Guardia di Finanza, che ha smontato un traffico di droga in cui D’Onofrio era uno degli deus ex machina, l’ex procuratore era stimato e temuto un “tizio da prendere con le molle, pronto a torturare con metodi da narcos coloro che nell’organizzazione si rendono protagonisti di qualche sgarro”, si legge negli atti d’indagine: “Dice che se lo prende lo tortura con corrente … – raccontano riguardo al comportamento di D’Onofrio alcuni “personaggini” del gruppo – tanto prima o poi lo prendiamo. Dovevo ammazzarlo quel giorno… Invece mi sono fatto prendere dal dispiacere… stava morendo… mi ha detto Rambo che solo per te si è fermato”.

“Rambo” D’Onofrio: un dirigente stimato nel settore arbitrale

D’Onofrio è entrato nella disciplinare Aia nel 2013 sotto la presidenza di Nicchi e il suo successore Alfredo Trentalange lo ha nominato a capo dell’ufficio che indaga sulle irregolarità degli arbitri. Era stato anche premiato a luglio come “Dirigente Arbitrale nazionale particolarmente distintosi” dal Comitato Nazionale dell’Associazione Italiana Arbitri. Questo premio, però, è stato elargito mentre D’Onofrio si trovava ai domiciliari dopo essere stato arrestato a maggio 2020 con 44 chili di marijuana. Questo il malaffare in cui il capo procuratore degli arbitri doveva giudicare la probità degli arbitri italiani.

Milan-Fiorentina: per Sozza nessun provvedimento

Per Simone Sozza, arbitro di Milan-Fiorentina, non ci sarà nessun provvedimento. Secondo la Procura, l’operato del fischietto di Seregno è stato giudicato adeguato visto che sia sull’intervento di Tomori su Ikoné che sull’impatto tra Rebic e Terracciano la decisione finale è demandata solo al direttore di gara, in quanto gli episodi rientrano nella casistica delle“situazioni di campo” (dove il Var non può intervenire). La discrezionalità di Sozza, dunque, sarebbe stata accettata dall’AIA sia in un caso che nell’altro. E Sozza è destinato a gennaio a diventare internazionale.

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