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Ranieri si candida per rimanere l'anno prossimo, poi la frecciata ai patron made in Usa

Sir Claudio si gode il primo successo della sua terza era in giallorosso. Poi il pensiero sulle proprietà americane che abbondano in serie A

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

100 panchine e non sentirle. Claudio Ranieri è focalizzato sul presente, talmente tanto da aver dimenticato il numero di volte in cui ha guidato la sua amata Roma. Il 73enne testaccino, richiamato frettolosamente dalla pensione, ha ottenuto la sua prima vittoria nella terza era della sua vita professionale nella capitale. Al termine della sfida col Lecce, poi, il tecnico ha regalato un paio di titoloni niente male ai giornali che aprono ad una possibile riconferma.

Ranieri e la possibile riconferma

Galeotto fu Leo Paredes. Nel rispondere a una domanda di un cronista, Claudio Ranieri ha scherzato o forse no su una sua possibile riconferma da allenatore della Roma. “Paredes ha deciso di restare per me? I campioni sono campioni, dipende se lui vuole restare, se io fossi l’allenatore lo terrei, ma dipende dal nuovo allenatore. Ti immagini se fossi io il nuovo allenatore?“. L’ha buttata lì così, sir Claudio ben sapendo del polverone che avrebbe sollevato da esperto conoscitore dei media qual è.

I volti nuovi della sua Roma

Insomma, non solo un traghettatore. Anche perché Ranieri è arrivato a Roma con l’entusiasmo di un bambino, nel tentativo di riportare il più in alto possibile i colori giallorossi. Per riuscire nell’intento ha anche rispolverato calciatori che sembravano qui solamente in vacanza, come Hummels e Abdulhamid: “Hummels è un grande professionista, esempio per tutto lo spogliatoio perché è sempre stato in silenzio ed ha sempre lavorato per farsi trovare pronto. Saud è velocissimo, dovremmo conoscerlo di più“.

L’incognita della proprietà americana

Come sappiamo, la Roma ha una proprietà americana con i suoi pregi e i suoi difetti. Vengono accusati di non uscire mai allo scoperto e di non parlare mai. Da questo punto vista la visione di Ranieri è molto chiara: “Non voglio difendere nessuno, ma ho chiesto al mio addetto stampa quali sono i presidenti americani in Serie A. Sono tanti e io non li hai mai sentiti parlare è un loro modo di agire. Mettono delle persone, si fidano di loro e poi se le cose vanno male ci rimettono con i soldi. Adesso spero abbiano fatto le scelte giuste“.

Ranieri si candida per rimanere l'anno prossimo, poi la frecciata ai patron made in Usa Fonte: Getty

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