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Real Madrid, Ancelotti è stufo delle critiche: sogna di vincere ancora e dire addio per andare alla Roma

Le merengues hanno completato la rimonta e ora sono prime in Liga, il tecnico usa rabbia e ironia per commentare la leadership e cova un progetto

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Carlo Ancelotti medita il golpe. Il tecnico emiliano comincia ad essere stanco delle critiche, a suo dire eccessive, nei confronti suoi e del suo Real Madrid e sta maturando l’idea di andar via a fine stagione. Non prima però di aver vinto tutto quel che è rimasto da vincere – Liga e Champions in testa – da lasciare come scomoda eredità a chi (Xabi Alonso?) prenderà il suo posto.

La crisi nata dopo il ko col Barcellona

A scatenare media e tifosi contro Ancelotti sono state le due scoppole rimediate contro il Barcellona in campionato (0-4 il 26 ottobre scorso) e in finale di Supercoppa di Spagna (2-5). Va però rimarcato che da quel 27 ottobre il Real ha fatto partire una rimonta super: era a -6 dagli azulgrana e ora è a +7 ed è primo in Liga.

Il momento difficile di Ancelotti

Già nelle ultime interviste Ancelotti, da sempre leader calmo e maestro di fair-play, era apparso nervoso. Ora dopo il 4-1 al Las Palmas arrivano parecchie frecciate: “Sono confuso. Negli ultimi giorni ho sentito dire che giochiamo molto male ma ciò che vedo è che il Madrid è “lìder”. Continuerò a studiare per capire cosa si sta sbagliando. Siamo capaci di trovare l’equilibrio per affrontare i momenti belli e quelli difficili. Penso che le critiche siano più severe nei confronti del Madrid che delle altre squadre, sì. Ci sono critiche e critiche, i fischi sono critiche che feriscono, lo scontento dei motiva. È un segnale di sveglia”

L’ex Milan contnua: “Non voglio dire che siamo noi a giocare meglio, a volte giochiamo bene e a volte no. La squadra lavora sodo, a volte gioca meglio e a volte no, a volte manca di equilibrio, a volte manca di impegno… Nessuno è perfetto. Non vedo nessuna supersquadra giocare in modo fantastico, noi cerchiamo di giocare sfruttando le caratteristiche dei nostri giocatori. Quante vite ho io? Ne ho una e mi piace, faccio del mio meglio. Madrid mi aiuta a divertirmi molto. Non è stata la settimana più dura per me in panchina, è stata una settimana difficile, come lo sono tutte quando vieni colpito e devi stare con la squadra, per superare i momenti difficili l’unico modo pè a essere autocritici e positivi”.

La rivincita su Mbappè

Poi Carlo ha parlato con lo stesso tono rivendicativo di Mbappé che è tornato a segnare come ai tempi del Psg: «Si diceva che giocava meglio a sinistra, che al centro non rendeva, e invece no: è un grandissimo attaccante centrale, il suo movimento nello smarcarsi è unico e giocando in zona interna lo può sfruttare al meglio».

Il sogno di tornare alla Roma

Andar via da vincente è l’ultima idea di Ancelotti che si prenderà ancora un po’ di tempo prima di decidere la sensazione è che consideri chiuso il suo secondo ciclo al Real. Prima di allenare una nazionale, l’altra sua ambizione, resta però un altro sfizio. Ancelotti è tentato di tornare a Roma, dove è esploso come giocatore e tuttora è amatissimo, per chiudere un cerchio. Potrebbe essere lui l’asso nella manica di Ranieri e Ghisolfi per i giallorossi.

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