Secondo l’ex Ducati Scott Redding, la MotoGP non sembra tutelare i talenti promettenti. Il pilota britannico ha preferito così rilanciarsi in Superbike dopo un’esperienza molto complicata nel massimo campionato. In un’intervista al portale tedesco Speedweek, il 29enne ha accusato pesantemente la MotoGP.
Per Redding, la colpa principale è la fretta che viene messa ai giovani piloti di sbocciare: “La MotoGP assume giovani piloti senza pagarli adeguatamente e distrugge le loro carriere. Dopodiché devono correre in un altro campionato come il Mondiale Superbike per tornare in pista. Gareggiano in MotoGP per un anno o due e, se non ce la fanno, sono fuori. Sono pochissimi ad avere successo”.
Per Redding la questione economica non è un dato da tralasciare. Gli stipendi dei rookies al giorno d’oggi sono decisamente differenti rispetto a una volta: “Ci sono tanti giovani in top class oggi e so che non vengono pagati come hanno fatto con Rossi, Dovizioso o Lorenzo quando sono saliti dalla 250. I loro ingaggi non vanno nemmeno vicini a quelli di questi big”, sostiene Redding.
Tanti sono così costretti a dire addio alla MotoGP e cambiare campionato: “Gli esclusi possono fare un passo indietro in Moto2 o correre in Superbike con ingaggi simili. Ma devono fare meno gare per potersi divertire un po’”, ha concluso Redding.