Il fallo di mano dovrebbe essere una delle situazioni più semplici da sanzionare e ravvisare, invece, nella storia del calcio, si è spesso rivelata ostica e controversa. Ma che cosa dice il regolamento ufficiale? Facciamo chiarezza.
- Fallo di mano nel calcio, una situazione complicata
- Fallo di mano nel calcio, che cosa dice il regolamento ufficiale
- Le tre casistiche punibili
- Fallo di mano nel calcio, eccezioni
- Conseguenze di un fallo di mano fuori dalla propria area di rigore
- Conseguenze di un fallo di mano nella propria area di rigore
- Fallo di mano nel calcio: un caso particolare
- Il concetto di volontarietà e involontarietà
- Fallo di mano: anche il portiere può commetterlo
Fallo di mano nel calcio, una situazione complicata
Quella relativa al fallo di mano è una delle norme che, nella storia del calcio, si è vista protagonista del maggior numero di modifiche e revisioni. L’obiettivo, soprattutto con le introduzioni specifiche degli ultimi anni, è quello di rendere la decisione il più oggettiva possibile e uniformare una mezza infinità di casistiche che, nel corso di una stagione, ma anche nel semplice arco dei novanta minuti, possono presentarsi al giudizio del direttore di gara. Insomma, si sta tentando, con risultati più o meno accettabili, di ridurre al minimo il margine d’errore e la discrezionalità arbitrale.
Fallo di mano nel calcio, che cosa dice il regolamento ufficiale
Disciplinato dalla Regola 12 del Regolamento ufficiale del Giuoco del Calcio, in linea generale, il fallo di mano si verifica quando il contatto tra la sfera e l’arto superiore del giocatore avviene dalla porzione di braccio appena sotto l’ascella e la mano. Al contrario, un tocco con la spalla, fino alla parte inferiore dell’ascella, non è considerarsi irregolare e, quindi, non è punibile. Con gli ultimi aggiornamenti e con l’implementazione del VAR le questioni, i pareri e le decisioni relative al fallo di mano si sono sempre più normalizzate.
In ogni caso, non tutti i contatti che avvengono con le braccia o le mani risultano, però, da sanzionare. Infatti, il fallo di mano porta a un intervento dell’arbitro in tre casi:
- Quando il calciatore tocca la sfera con la mano o il braccio in modo intenzionale
- Quando il calciatore tocca il pallone con mani e braccia posizionate in modo innaturale e che aumentino il volume corporeo
- Quando il calciatore sigla una rete con un tocco di mano
Le tre casistiche punibili
Nel primo caso (Quando il calciatore tocca la sfera con la mano o il braccio in modo intenzionale), rientrano quegli interventi che vendono l’atleta muovere volontariamente l’articolazione superiore verso la sfera con l’intenzione di toccarla e influenzare il gioco.
Considerando la seconda casistica (Quando il calciatore tocca il pallone con mani e braccia posizionate in modo innaturale e che aumentino il volume corporeo), invece, la valutazione viene fatta sullo spazio occupato dal corpo del giocatore. Qualora braccia e mani non seguano il fluire dell’azione in modo naturale si incorre in una irregolarità.
Medesimo discorso quando, seppur in modo naturale, le braccia risultano larghe, andando ad accrescere lo spazio occupato. Ed è per questo motivo che su quasi tutti i cross in area dai lati corti dell’area è ormai difficile, per non dire impossibile, vedere un difensore non portare le proprie mani dietro la schiena. È un modo sicuro per mettersi al riparo da contatti con la sfera che, nella quasi totalità dei casi, portano all’assegnazione di una punizione o, peggio, di un calcio di rigore.
Infine, non possibile segnare con la mano (terzo caso). Questa casistica sembra abbastanza scontata, ma non lo è. Infatti, si sanziona l’intervento quando si segna con la mano, anche per via di un movimento accidentale, quindi indipendentemente dalla volontarietà del gesto. Inoltre, l’irregolarità viene ravvisata se si segna immediatamente dopo il tocco, anche accidentale, con la mano o il braccio.
Fallo di mano nel calcio, eccezioni
Le eccezioni che portano un fallo di mano a non essere considerato una irregolarità e che quindi non comportano una interruzione del gioco non mancano. Anzitutto, non è fallo quando la sfera viene toccata involontariamente con il braccio o la mano dopo aver sbattuto su una qualsiasi altra parte del corpo del calciatore stesso. L’arbitro non interviene nemmeno quando la distanza tra il pallone calciato e la mano/il braccio del giocatore è minima. Idem per le situazioni in cui il braccio è aderente al corpo e non ne aumenta il volume, ma anche quando, si entra in contatto con il pallone cercando di attutire una caduta con le braccia e le mani.
Conseguenze di un fallo di mano fuori dalla propria area di rigore
Quando la sfera viene colpita con il braccio o la mano fuori dalla propria area, l’arbitro assegna un calcio di punizione diretto per la squadra avversaria. Qualora si valuti la volontarietà del gesto, il direttore di gara può valutare la sanzione da comminare al calciatore: cartellino giallo in caso di normale azione di gioco, espulsione qualora si stoppi una chiara occasione da rete.
Conseguenze di un fallo di mano nella propria area di rigore
Se rispondente alle casistiche per la punibilità, il fallo di mano in area di rigore comporta l’assegnazione di penalty. Anche in questo caso, in base all’azione, il direttore di gara può prendere provvedimenti contro il calciatore che ha commesso l’irregolarità. Se, per esempio, si “para” letteralmente una sfera destinata in rete, l’espulsione è inevitabile.
Fallo di mano nel calcio: un caso particolare
Una delle ultime revisioni al regolamento si è soffermata sui gol dopo un tocco di mano. Quando, infatti, il tocco con il braccio (proprio o di un compagno di squadra) è involontario e genera un’azione che porta alla rete, questa è da ritenersi validata ai fini del risultato e non annullabile. Quando, invece, la palla finisce in porta immediatamente dopo un tocco irregolare (volontario o involontario) con la mano, il gol non è considerato valido e si riprende con un calcio di punizione a favore della squadra difendente. A decidere è, in ogni caso, l’arbitro, a cui viene lasciata piena discrezionalità nei casi in cui sono sia possibile inserire l’accaduto in una delle caselle disciplinate dal regolamento ufficiale.
Il concetto di volontarietà e involontarietà
Tra le questioni più dibattute e meno oggettive c’è sicuramente quella legata alla valutazione del concetto di volontarietà (o involontarietà) del tocco con la mano. Ovviamente, esistono una infinità di casistiche, ma a indirizzare la decisione del direttore di gara è principalmente la congruità del movimento dell’arto superiore in relazione al movimento naturale del corpo.
In alcuni frangenti, infatti, è impossibile tenere il braccio aderente al corpo ed evitare il contatto con la sfera. Molto spesso, però, si sono viste decisioni diametralmente opposte per casistiche molto simili in partite arbitrate da direttori di gara differenti. A tal proposito, anche il tocco successivo a un primo contatto con un’altra parte del corpo deve, se evidentemente volontario, essere sanzionato come da regolamento ufficiale.
Fallo di mano: anche il portiere può commetterlo
Per quanto riguarda il ruolo del portiere, anche questo non è esente dal vedersi fischiare un fallo di mano, tanto in area quanto fuori dai sedici metri. In quest’ultimo caso, il provvedimento è l’espulsione diretta dell’estremo difensore. In area, invece, il tocco con le mani del portiere è proibito dal regolamento su un retropassaggio volontario di un compagno di squadra. In questi frangenti, il direttore di gara non estrae alcun cartellino in direzione del portiere, ma assegna una punizione a due in area per la squadra avversaria.
Inoltre, il tocco con la mano di un portiere, ma in realtà con qualsiasi parte del corpo, è vietato quando, dopo aver rimesso in gioco la sfera, si vede costretto a toccarla per una seconda volta prima che questa venga toccata da un qualsiasi altro giocatore in campo. Quando si interrompe una promettente azione d’attacco e si evita una rete certa, il direttore di gara è chiamato ad ammonire il portiere.