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Reinhold Messner affronta un nuovo attacco: il Re degli ottomila declassato, gli è vicino proprio il "rivale" Ed Viesturs

Ancora una volta il grande alpinista è nel mirino, stavolta per via di alcune fotografie e di quanto sostiene un giornalista che ha indotto il Guinness a togliere il primato al campione altoatesino

Ultimo aggiornamento:

Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Pur rivendicando un primato sportivo, e non un record, quanto sottratto al campione di alpinismo Reinhold Messner ha provocato quelli che potremmo far ricadere nella categoria degli effetti perversi. Il primo, primissimo, è stato un post su facebook alquanto pacato, quasi filosofico. Poi si sono aggiunte le affermazioni – alquanto stizzite, quasi impulsive – rilasciate all’agenzia ANSA.

Infine una sollevazione da parte degli appassionati e anche da chi avrebbe goduto, nel silenzio, dei benefici derivanti da questa vicenda, Ed Viesturs, altra autorità in materia di alpinismo e montagna.

Messner, il Re degli ottomila difeso da Viesturs

Proprio il noto alpinista americano ha deciso di interrompere le celebrazioni (personali) per riaffermare un concetto espresso da Messner all’ANSA e che ha sintetizzato in pochi, ma semplici passaggi comprensibili anche per chi non ha conoscenza, né cognizione di quel che riguardi simili risultati.

“Sono fermamente convinto che Reinhold Messner sia stato il primo a scalare tutti e 14 gli ottomila e che questo debba essere riconosciuto“.

Messner “è stato il nostro precursore, non solo stilisticamente, ma anche fisicamente e psicologicamente, scalando senza ossigeno supplementare. Altri scalatori, come me, hanno potuto seguire le sue orme ispirandosi a lui”. Chiudendo la questione abbracciando la sintesi del Re degli Ottomila: “l’arrampicata è un viaggio personale e non dovrebbe riguardare liste o record”.
Un nuovo attacco al campione di alpinismo che ha vissuto anche il dramma della morte di suo fratello Gunther, la cui scomparsa ha costituito per decenni un evento doloroso e anche ragione di sospetti indicibili, per Messner e la sua famiglia.

Il record negato

Volendo ricostruire l’origine della polemica, la decisione della cancellazione del primato dal libro dei Guinness deriva da un fatto specifico. Dal volume, infatti, è stato rimosso il record da anni attribuito a Messner, ovvero quello di essere il primo ad aver scalato tutti i 14 ottomila senza il ricorso all’ossigeno supplementare.

Un attacco, stando alla reazione del celebre alpinista che non è rimasto in silenzio a subire quest’ennesimo attacco, dopo aver lottato tutta la sua esistenza a respingere le accuse di aver abbandonato suo fratello morente.

Fonte: ANSA

Messner anni fa durante un manifestazione

A sollevare il caso attorno al record toccato da Messner è stato il cronista di alpinismo tedesco Eberhard Jurgalski, sostenendo che nel 1985 l’alpinista altoatesino e Hans Kammerlander avrebbero mancato la vetta dell’Annapurna, massiccio montuoso himalayano situato in Nepal centrale. Ad accreditare la sua tesi, il supporto di documentazione fotografica i due alpinisti non avrebbero raggiunto la vetta ma sarebbero tornati indietro alcuni metri prima di raggiungere la cima.

Sarebbe stato un semplice errore di valutazione a suggerire agli alpinisti, convinti di aver toccato il punto più alto, di bloccarsi a pochi metri dall’obiettivo, dalla cima insomma. Da qui l’esclusione dal libro per via dei parametri adottati dalle linee guida e la reazione di Messner, il quale si è visto comunque toccato nelle sue imprese sportive, da alpinista esperto. Forse il più grande in assoluto.

Fonte: ANSA

Messner in compagnia di sua moglie Diane Schumacher

La reazione di Messner su Facebook

“Non la vetta ma a strada è la meta. Il mio alpinismo non conosce record”, ha scritto affidandosi a un linguaggio quasi metaforico per respingere l’accusa che strisciante gli è stata rivolta, sulla sua pagina facebook.

Poi frasi assai più dure all’agenzia ANSA. “Sciocchezze – ha infatti detto il 79enne all’ANSA – In primis non ho mai rivendicato nessun record, perciò non mi possono disconoscere nulla. Inoltre, le montagne cambiano. Sono passati quasi 40 anni, se qualcuno è salito sull’Annapurna di certo siamo stati io e Hans”.

“Nessuno che se ne intende di alpinismo metterebbe in dubbio la nostra impresa, Jurgalski infatti non ne sa nulla – ha aggiunto Messner -. La montagna cambia, come ogni cosa in natura. Soprattutto sull’Annapurna basta che crolli la cornice di neve e la vetta si abbassa di cinque metri. La cresta che porta alla vetta è lunga 3 chilometri, Jurgalski ha semplicemente confuso la cima est con quella principale. Qui evidentemente qualcuno vuole farsi notare senza avere la minima competenza. L’alpinismo è cambiato negli anni. Prima tutto girava intorno alla conquista, ovvero le prime scalate delle vette inviolate, poi invece si è iniziato a puntare sulla difficoltà dell’impresa, come abbiamo fatto io e Hans scalando l’Annapurna da una parete interminabile e difficilissima durante una tempesta, che di per sé era già un’impresa”.

Ora che anche il campione americano sembra polemizzare con l’attribuzione del merito e del titolo per via di queste foto, il record – il Guinness stesso – paiono davvero perdere di senso. Almeno nel senso sportivo di come sia stato illustrato e spiegato dallo stesso Viesturs.

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