Nove gol in sedici partite e l’obiettivo doppia cifra ormai ad un passo per la terza volta consecutiva in Serie A.
Numeri che parlano da soli quelli di Joao Pedro, leader tecnico del Cagliari, nonché forte tentazione per il ct dell’Italia Roberto Mancini in ottica spareggi mondiali.
Proprio così, perché l’attaccante in forza ai sardi è arrivato in Italia nel 2010 e, possedendo la cittadinanza italiana (grazie al matrimonio con una donna di Palermo), può legittimamente ambire ad una chiamata in Azzurro.
A ‘La Gazzetta dello Sport’ il classe 1992, ha parlato della possibilità di vestire la maglia della Nazionale campione d’Europa:
“La Nazionale? È stato un colpo. Non me l’aspettavo. È come fosse nato qualcosa dentro. Tutti voi sapete quanto è forte il mio legame con l’Italia. Quel poco che sono diventato lo devo a questo Paese. Ho trovato Ale e sono nati i miei figli. L’Italia vale il Brasile. Sono già contento che si sia pensato a me. Anche se non dovesse succedere nulla”.
Nel corso della sua esperienza cagliaritana non sono mancati i momenti difficili come, ad esempio la vicenda legata al doping e risalente al 2018 che lo ha quasi spinto verso l’addio al calcio:
“Ho pensato di non giocare più. Mi ero perso. Mi allenavo a casa da solo e lavoravo per dimostrare la buona fede. C’è stata sempre Ale, ma anche il Cagliari. Quando mi hanno fatto capitano, mi hanno chiamato Di Francesco e il presidente Giulini. Sento una responsabilità enorme. Devo essere il portavoce e sono molto trasparente, pure con i tecnici”.