È passato un anno dall’ultimo torneo vinto da Daniil Medvedev, e l’attesa è destinata a protrarsi ancora per un altro po’. Perché in terra di Francia ancora una volta non ci sarà gloria per il numero 4 del mondo, peraltro adesso finito persino sotto scacco di Sascha Zverev che potrebbe scavalcarlo nel giro di qualche giorno. Tutta colpa della sconfitta rimediata contro Alex de Minaur, l’ottava da inizio anno su 35 incontri disputati, con le due finali perse a Melbourne (contro Sinner) e Indian Wells (contro Alcaraz) che per il momento non avranno altro seguito.
- Daniil, che sfortuna: la vescica manda all'aria i piani
- De Minaur non si impietosisce. E adesso può sognare
- Bolelli e Vavassori, avanti tutta: volano ancora ai quarti
Daniil, che sfortuna: la vescica manda all’aria i piani
Medvedev non aveva brillato nei primi turni della sua campagna parigina, e puntualmente quando l’asticella s’è alzata ha finito per deragliare. Nonostante contro de Minaur la partita s’era messa per il verso giusto, con il primo set vinto dopo una bella battaglia che pure era sembrata volgere in tutto e per tutto a favore del tennista russo.
Quel che è successo però dal secondo set in poi finisce dritto nel libro nero dell’ultimo anno di Daniil, il quale prima ancora che contro il Diavolo della Tasmania ha dovuto fare i conti con la malasorte, che lo ha costretto a giocare praticamente zoppo. Il motivo? La solita maledetta vescica al piede destro, tornata a manifestarsi nel momento in cui meno se ne avvertiva il bisogno. E soprattutto tale da condizionare tutto il proseguo di un match che di colpo ha cambiato padrone, sebbene nel primo set l’equilibrio l’aveva fatto da padrone, con de Minaur che aveva addirittura avuto per primo una palla break nel settimo gioco, salvo poi cedere nel game successivo il servizio e compromettere quanto di buono fatto sino a quel momento.
De Minaur non si impietosisce. E adesso può sognare
Lo spartiacque del match è stato allora il medical time out chiesto da Medvedev prima di ripartire nel secondo: in quel momento tutti i presenti sul Suzanne Lenglen hanno capito che per il russo riuscire a superare la situazione si sarebbe potuto rivelare dannatamente troppo complicato.
De Minaur ha continuato a fare il suo gioco: ha compreso le difficoltà del rivale e ha cercato si tenere alto il ritmo, soprattutto variando i colpi e cercando di spostare il più possibile Daniil, che con grande sofferenza (soprattutto quando andava a destra) ha provato a tenere botta. Chiaro però che la sfida è ben presto risultata impari: de Minaur ha conquistato il secondo set e nel terzo ha avuto, se possibile, vita ancora più facile, rischiando grosso soltanto in avvio di quarto set quando, dopo aver ottenuto l’ennesimo break, ne ha subito uno, dimostrazione di sublime tenacia e resilienza da parte di Medvedev.
Che pure s’è soltanto illuso di poter restare attaccato alla partita: non appena le percentuali al servizio sono calate, puntuale è arrivato l’affondo definitivo dell’australiano, che mai aveva superato il secondo turno al Roland Garros (4-6 6-2 6-1 6-3). In un colpo solo de Minaur s’è preso quarti di finale in uno slam (c’era riuscito soltanto nel 2020 agli US Open, battuto da Thiem) e un potenziale best ranking alla numero 8, aspettando quel che faranno Tsitsipas e Ruud. Medvedev, più che imprecare, non ha potuto fare: l’ultima vittoria nel circuito rimane quella sulla terra di Roma dello scorso anno. E sull’erba sarà dura riuscire a rimettere le cose a posto.
Bolelli e Vavassori, avanti tutta: volano ancora ai quarti
Se de Minaur è la faccia felice del tennis australiano, non altrettanto possono dure Max Purcell e Jordan Thompson. I quali erano impegnati in contemporanea nell’ottavo di finale del torneo di doppio, opposti a Simone Bolelli e Andrea Vavassori, che come da copione si sono presi la vittoria e che adesso se la vedranno con la coppia Ram-Salisbury, certamente una delle più forti del circuito.
Il 6-3 6-4 finale matura grazie a una condotta di gara attenta e determinata, specialmente nei punti chiave: nel primo set gli italiani trovano il break nel terzo gioco e poi riescono a non farsi riprendere, annullando tre palle per il pareggio. E dopo averne annullata una anche a inizio secondo set, il break ottenuto nel secondo gioco sembra chiudere virtualmente i conti. Gli australiani però sfruttano l’unico vero passaggio a vuoto ritrovando la parità sul 4-4 per poi però perdere nuovamente il servizio e consegnare la qualificazione ai quarti a Simone e Andrea, che continuano a fare proseliti, aumentando il contingente italiano nei quarti dopo Sinner e Paolini nel singolare (e Paolini-Errani nel doppio femminile potrebbero calare il poker).