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Roma, disfatta storica in Norvegia: ora per Mourinho è crisi

Clamorosa sconfitta per 6-1 subita dai giallorossi contro il Bodo/Glimt nella terza giornata della fase a gironi di Conference League: il tecnico portoghese manda in campo le riserve e finisce umiliato.

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La Roma di José Mourinho si è ufficialmente inceppata. Anzi, è crollata. E vede profilarsi all’orizzonte l’ombra della crisi. Nel gelo di Bodo i giallorossi sono infatti incappati contro il Glimt nella prima sconfitta stagionale in campo europeo, nella terza giornata del gruppo C di Conference League.

Dopo le facili affermazioni su Cska Sofia e Zorya Lugansk la Roma torna dalla Norvegia con un incredibile 6-1 al passivo, pesante più sul piano del morale e delle prospettive stagionali che su quello della classifica, che non va comunque sottovalutata dato che proprio dopo questo ko i giallorossi hanno perso a favore del Bodo il primo posto nel girone della neonata competizione ideata dall’Uefa, l’unico che dà il pass diretto per gli ottavi di finale, mentre le seconde classificate dovranno spareggiare con le seconde dei gironi di Europa League.

Per la Roma si tratta della quarta sconfitta nelle ultime sei partite ufficiali, dopo che nelle prime sei tra campionato e Conference League, preliminare compreso, i giallorossi avevano sempre vinto.

La flessione è evidente, coincisa sì con l’aumento del livello di difficoltà degli impegni, ma figlio anche di qualche limite strutturale della rosa, che non era emerso nel primo mese e mezzo di stagione, conseguenza di un mercato estivo condizionato dai tanti esuberi da piazzare, che hanno impedito ai dirigenti giallorossi di accontentare in toto le richieste di José Mourinho in sede di rafforzamento della rosa.

Il tutto in una sessione condizionata dall’infortunio subito da Leonardo Spinazzola ad Euro 2020 e dall’addio sul finire del mercato di Edin Dzeko, che hanno costretto il club a spendere quasi tutto il tesoretto a disposizione sui sostituti Tammy Abraham e Matias Vina, senza riuscire a mettere a disposizione del tecnico portoghese il difensore centrale e il centrocampista richiesto.

Tutto questo, comunque, e neppure le temperature rigide o la formazione piena di rincalzi mandata in campo da Mourinho, da Darboe a Villar fino Carles Perez, sono alibi sufficienti per giustificare il tracollo subito dalla squadra, appena tre giorni dopo la sconfitta sul campo della Juventus costata il soirpasso in classifica da parte dei bianconeri in zona Champions League, il vero obiettivo della stagione della Roma.

Il Bodo/Glimt, che già lo scorso anno fece soffrire il Milan nel preliminare di Europa League, ha dominato in lungo e in largo per tutta la durata dell’incontro, anche nel primo tempo, ben oltre il 2-1 con cui le squadre sono andate al riposo, marcato dai gol di Botheim e Berg, con Perez a segno per la Roma e da un paio di parate di Rui Patricio.

Lo stesso Botheim in avvio di ripresa ha ristabilito le distanze, ma la Roma è crollata nel finale, subendo altri tre gol negli ultimi venti minuti, con doppietta del figlio d’arte Solbakken e acuto di Pellegrino.

Vani gli ingressi di Mkhitaryan, Shomurodov e Cristante all’inizio del secondo tempo al posto di Villar, Mayoral e Darboe, così come quelli di Abraham e Pellegrini durante la ripresa. Il crollo di Glimt entra di diritto nella storia dei tracolli europei della Roma e solleva i primi, pesanti dubbi sulla gestione Mourinho.
 

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