Primo incontro ufficiale coi media da allenatore della Roma e primo show. Come era prevedibile considerando i precedenti e la parlantina del personaggio, Josè Mourinho ha dato vita a una conferenza stampa molto particolare alternando sapientemente battute, frasi a effetto e aforismi in tema con la sua nuova città di residenza.
Proprio da Roma, località nota in tutto il mondo per il suo glorioso passato e le sue meraviglie architettoniche, lo “Special One” è voluto partire per ribadire quali siano le sue intenzioni nella Capitale.
“Questa città è uno dei motivi per cui me vedete qui? Rispondo di no. È una città importante, ma non sono qua in vacanza o per fare il turista. Sono qua per lavorare” ha chiarito subito con fare pragmatico il portoghese, molto contento dell’accoglienza ricevuta.
“Voglio ringraziare i tifosi. Il mio arrivo a Roma è stato eccezionale. Non ho ancora fatto nulla per meritarmi questo, mi sono sentito subito in debito perché l’accoglienza è stata davvero emozionante. Ringrazio per questo i tifosi, poi anche la Roma per la fiducia. Questa accoglienza mi ha colpito veramente. Ho dovuto già cambiare telefono tre volte per quanto mi chiamano… Scherzi a parte, è fantastico, è incredibile”.
Sfruttando questo caloroso benvenuto Mourinho ora metterà tutto sé stesso per tornare a far volare la Roma, dribblando le inevitabili pressioni che la squadra e la società, con uno come lui in panchina, dovranno sopportare.
“Per chi ha lavorato in Italia quando vai via questa cosa manca. Ora c’è un lavoro da fare internamente e dentro il club ci dobbiamo concentrare su questo, con tutto il rispetto per i giornalisti.
Io quando lavoro non sono troppo simpatico, magari per i giornalisti non sarà un piacere lavorare con me perché io lavoro per difendere il mio club. Questo è fondamentale. All’interno di Trigoria dobbiamo pensare a questo, abbiamo un lavoro da fare e io rispetterò quello dei giornalisti” ha chiarito l’allenatore ex Tottenham prima di rivelare il vero motivo per cui ha scelto la Roma.
“Sono qui perché sono vicino alla Statua di Marco Aurelio, nulla viene dal nulla e nulla ritorna nel nulla. Questo ha un significato molto simile a quello che ho sentito quando ho parlato col club. Mi ha colpito quello che vogliono dal club, quello che è il progetto chiaro, il non dimenticare mai il passato fantastico di questo club e il costruire il futuro.
Il tempo nel calcio non esiste, ma in questo caso sì ed esiste in un modo fondamentale: la proprietà non vuole successo oggi, ma domani con una situazione sostenibile. La proprietà vuol fare qualcosa con passione e questa è la ragione principale che mi ha portato qui” è stata l’esauriente spiegazione fornita da un Mourinho pronto già dal primo giorno a tirare in ballo i grandi della classicità romana.
Non manca una bordata all’ex tecnico dell’Inter Antonio Conte: “Se mi mancherà sfidarlo? Ogni club ha la sua storia e ci persone che hanno fatto la storia di quel club che non meritano di essere paragonate. Qui Liedholm e Capello sono stati unici, così come è stato per me o Herrera all’Inter…”.
Spiega di essere diventato una vittima di se stesso: “Ho sempre preteso il massimo e per questo le mie ultime esperienze sono state considerate deludenti. Però al Chelsea ho vinto un campionato, al Manchester United 3 titoli e al Tottenham ho conquistato una finale che non mi hanno fatto giocare. Per me è stato un fallimento ma ci sono allenatori che non riusciranno a centrare questi traguardi in tutta la vita…”
Una stoccata lo Special One la lancia alla sua ex squadra, pur senza citarla esplicitamente: “Questa proprietà mi ha chiamato per costruire un progetto sostenibile per il futuro. I titoli arriveranno, ma deve essere un calcio sostenibile. Facile vincere se poi non hai soldi per pagare gli stipendi…”
“Sono arrivato per aiutare la società a crescere e migliorare. Lavorerò giorno dopo giorno con il massimo impegno per riportare in alto il club. I titoli? Non sono ossessionato”. “Non possiamo dimenticare la realtà. La squadra la scorsa stagione è arrivata a 29 punti dallo scudetto e a 16 punti dalla zona Champions. Dobbiamo capire prima il perché e poi iniziare il tragitto che ci porterà dove vogliamo arrivare”, conclude Mourinho.