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Roma, De Rossi dimentica Mourinho: "Non ci serve il paracadute, ma la spinta dei tifosi e un lavoro importante”

Il nuovo allenatore della Roma si confessa ai canali ufficiali del club, rivelando le prime sensazioni e gli obiettivi di questi sei mesi che lo vedranno alla guida dei giallorossi

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Subentrato a José Mourinho, il nuovo tecnico della Roma, Daniele De Rossi, concede ai canali ufficiali del club la prima intervista da allenatore. Tra stupore, ricordi e aneddoti a tinte rigorosamente giallorosse, DDR rivela le sensazioni di queste ore e coglie l’occasione per inviare un chiaro messaggio ai tifosi. Nei quasi sei minuti di intervista, stupiscono un po’ le zero parole sullo Special One.

Le prime sensazioni di De Rossi

Stupore“, questa la prima sensazione provata da Daniele De Rossi al momento del ritorno a Trigoria per guidare, da allenatore, la Roma da qui al termine della stagione dopo l’improvvisa separazione con José Mourinho. “Stupore – ha proseguito DDR nell’intervista rilasciata ai canali ufficiali giallorossi – perché facevo fatica a conoscere le strade, le rotonde in dei posti che ho visto per 18 anni. E, poi, emozione, perché rivedo tanti luoghi, ma soprattutto facce che hanno condiviso con me una parte gigante della mia vita, bellissima. Però, c’è un lavoro importante da fare e non possiamo stare qui a guardarci intorno”.

De Rossi confessa, poi, la reazione alla chiamata dei Friedkin: “Stupore, agitazione, eccitazione. Non sono caduto dalle nuvole e sapevo che poteva succedere qualcosa, se ti chiamano capisci che cosa sta succedendo qualcosa. Ti rendi subito disponibile per incontrali, per parlarci. Ci sono voluti forse massimo dieci minuti“.

Non servono paracaduti

In merito ai sei mesi a disposizione e alla possibilità di lavorare bene con la squadra, il neo tecnico non ha dubbi: “Mettermi in gioco senza paracadute? Sono stra-convinto che io e la squadra non abbiamo bisogno di paracaduti. La squadra la ritengo forte, con dei giocatori molto importanti. Capita anche alle squadre migliori di avere dei momenti di difficoltà. Mi è capitato in passato, capiterà in futuro, può capitare d’ora in poi ad altre squadre. Noi dovremo essere bravi ad approfittane. Penso che ci siano tutti i margini per risalire, quindi non avevo bisogno di paracaduti ma solo di questa grandissima opportunità“.

Primo allenamento? “Non allenavo da tantissimo tempo però si dice che è come andare in bicicletta. Anche se io sostanzialmente l’ho fatto per pochi mesi, è stato semplice. Non lo abbiamo preparato come avremmo voluto perché sono state ore intense, è stato tutto molto veloce e con tempi stretti. Però, era l’allenamento di ripresa e non c’era da inventarsi più di tanto. Da domani faremo qualcosa di più interessante”.

De Rossi scioccato da Trigoria

Poi su Trigoria, il fu Capitan Futuro ammette: “È stato forse lo choc più grande, perché ho trovato un posto che fatico a riconoscere. È completamente trasformata, ovviamente, in meglio. Pochi giorni fa guardavo la presentazione del nuovo centro della Fiorentina e pensavo quanto possa essere bello e importante avere un centro sportivo del genere. Poi, entrato qua dentro è una cosa incredibile. Sono quasi invidioso per gli anni in cui non ho vestito questa maglia, perché stare in questo posto in queste condizioni è qualcosa che, adesso, mi rendo conto che forse ci è mancata. All’epoca stavo benissimo, ma qui c’è forse più di quello che di cui abbiamo bisogno“.

Un Olimpico da Roma-Barcellona

Sulla prima all’Olimpico in panchina, DDR confessa: “Sarà emozionante. Sono tornato mille volte, sempre da tifoso, da appassionato o da osservatore, quando ero in Nazionale. Penso, però, che non sarà la stessa cosa, è un ruolo diverso, una responsabilità diversa e, soprattutto, stando qui, vedendo lo stadio da tifoso, mi sono reso conto che, al di la del risultato, al di la della classifica e dello stato di forma della squadra, lo stadio è sempre in modalità Roma-Barcellona, all’epoca accadeva una volta ogni tanto. Sarà emozionante anche per questo e spero che continui questo trend“.

De Rossi e l’importanza dei tifosi

Infine, De Rossi rivolge un appello ai tifosi: “Non so che cosa dire. Ci sarebbero mille cose. Quando sono stato fuori dalla Roma non sono mai stato uno che metteva troppo il becco, perché non mi piace disturbare. Adesso posso permettermi di nuovo di parlare non solo da leggenda, ma da membro della Roma, quindi, penso che non ci sia nemmeno bisogno di dirgli che abbiamo, e ho, bisogno di loro, come ai vecchi tempi. Il vento soffia ancora? Soffierà sempre, non ha mai smesso“.

“Vivere da tifoso le serate di Europa League l’anno scorso e di Conference, mi ha fatto rendere conto che si sta ricreando qualcosa di speciale tra la squadra e la tifoseria. Penso che i momenti negativi possano capitare e penso che una squadra come questa e una città come questa possano tirarsi fuori più velocemente dai momenti così e così, se ha vicino questo tipo di amore, che abbiamo sempre sentito, ma con questa massa e con questa forza che vedo negli ultimi anni, può darci davvero una spinta grande“.

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