Roma è giù ai suoi piedi. La Ranieri-mania è scoppiata da giorni, prima quando ha iniziato a farsi forte la sua candidatura come nuovo tecnico e poi dopo la nomina ufficiale: allenatore fino a giugno e poi dirigente. La risposta che aspettava una città afflitta dopo troppi anni di bocconi amari. Ranieri è lo zio di famiglia, un po’ come Lino Banfi è il nonno d’Italia: è la garanzia di serietà, di romanità e di competenza. Tutte cose che in questi mesi erano state cancellate a Trigoria. La prima conferenza di Ranieri è un condensato di saggezza e ambizione.
- Il ruolo di Ranieri alla Roma
- Ranieri spiega perché ha cambiato idea
- Il discorso di Friedkin a Ranieri
- Ranieri e il caso-Totti
- Ranieri e l'addio di De Rossi
- Su Dybala deciderà solo Ranieri
Il ruolo di Ranieri alla Roma
Sarà l’uomo vicino alla famiglia Friedkin, che lui stesso aveva criticato ma da cui è stato stregato nell’incontro londinese, sarà il trait-d’union tra tutte le componenti dell’universo Roma. Ranieri si mette a nudo, sa di non aver niente da perdere, perché alla sua età e con la sua carriera alle spalle non deve dimostrare più niente a nessuno. La sua è stata una scelta d’amore, l’unica – assieme ad un’eventuale chiamata del Cagliari – che avrebbe potuto strapparlo all’annunciata pensione.
Parla a cuore aperto ai giornalisti Ranieri, non si nasconde dietro le domande scomode su Totti, De Rossi e mercato, si pone come il pater familias che deve riportare serenità, forte di un ascendente che non gli riconosce solo la piazza ma anche la stampa. Spiega che l’assenza della proprietà non è un problema (“all’estero si vede solo a fine mese”) e fa chiarezza che su Dybala deciderà lui e solo lui, senza discorsi di clausole, come ha sempre fatto nella sua carriera anche a costo di pagare in prima persona.
Ranieri spiega perché ha cambiato idea
Sala stampa piena, prende la parola il ds Ghisolfi che ricorda di come la Roma abbia bisogno di tornare alle proprie radici: “Il mister conosce la squadra, ha esperienza internazionale e abbiamo ritenuto fosse la persona giusta per noi. La scelta è stata collettiva, insieme ai Friedkin. Se c’erano altri nomi? Claudio era la priorità”. Poi arriva la prima precisazione di Ranieri: “Io avevo smesso di allenare, ho avuto più richieste in questi mesi che dopo aver vinto lo scudetto con il Leicester e avevo detto che avrei cambiato idea solo per Roma o Cagliari. Ero convinto che sarei rimasto a casa poi il fato mi ha riportato qui”.
Il discorso di Friedkin a Ranieri
Di recente in radio Ranieri aveva parlato di Roma fredda e senza personalità attaccando anche la proprietà per l’esonero di De Rossi: “Io parlo in faccia, ai Friedkin a Londra ho detto tutto ma mi hanno lasciato a bocca aperta per il bene che vogliono a questa squadra e a questa città, ha detto di aver speso tanti soldi senza riuscire ad ottenere quello che voleva. Quando mi ha detto questo non ho potuto che dire sì e lo ringrazio per avermi riportato alla casa madre. Ho detto a Friedkin: perché non dice queste cose pubblicamente? La città la amerebbe. E lui mi ha risposto: “tempo al tempo”. Guardate che stanno facendo cose importanti, ho visto Trigoria e non la riconoscevo. Lui vuole che una città come Roma, conosciuta in tutto il mondo, sia conosciuta anche per la squadra, questo è quello che mi ha chiesto”.
Presto per dire come giocherà la Roma di Ranieri: “Non c’è un sistema base per gli allenatori, tranne per quelli che lavorano da anni con la stessa squadra come Gasperini, dirvi come giocherò se a 3 o a 4 non posso, non è questione di moduli ma di giocatori che hanno voglia di lottare e sputare sangue. Quando sono andato via dalla Roma l’ultima volta dopo aver perso col Genoa 4-3 quando vincevamo 3-0, dissi arrivederci perché sono il più tifoso di tutti i tifosi. Io voglio tutto l’ambiente coeso, dal pubblico alla squadra, dallo staff medico al magazziniere. Non ho tempo di fare errori e io devo far venire i tifosi e che vadano via dicendo “almeno abbiamo lottato” e che siano orgogliosi della squadra”. Questo posso promettere, un obiettivo specifico non c’è”.
Ranieri e il caso-Totti
Inevitabile toccare il caso-Totti. Può tornare? “Onestamente, è logico che adesso come adesso la cosa principale è riportare la squadra in alto, poi sicuramente si parlerà con Francesco, per l’amor di Dio, perché no, se ci può dare una mano, vediamo quello che ci può dare, non siamo chiusi, io non sono chiuso, questo non significa Totti ritornerà, perché io vi conosco, per vendere tre giornali in più fate il titolone, però siate chiari”.
Capitolo mercato: “Non ne abbiamo ancora parlato, devo prima conoscere chi c’è, la Roma ha preso tanti giovani tutti validi ma vanno protetti. Vediamo chi è bravo veramente da qui a gennaio, se poi c’è l’opportunità di prendere qualcuno, e ci sarà sicuramente, sono convinto che mi accontenteranno. Voglio dire però di non fischiare i giocatori durante la gara, solo alla fine se lo meriteremo”.
Ranieri e l’addio di De Rossi
Questa squadra è stata costruita da De Rossi: “Ci siamo sentiti e ci risentiremo in questi giorni, oltre ad essere stato mio giocatore è una grande persona. Se ho pensato a chiamarlo come allenatore o a prenderlo in considerazione per il futuro? Bella domanda, per ora mi hanno chiamato a fare l’allenatore e penso a questo, poi vedremo”. Gli chiedono di promettere che non si vedrà più Angelino difensore centrale e di vedere invece Dybala e Soulé insieme: “Prometto che non ci giocherà… Io credo che possano giocare bene. La squadra è tutta composta da equilibri. Io credi di sì, però questo non sento di prometterlo, perché se poi non lo sento, non faccio una cosa che non sento”.
Su Dybala deciderà solo Ranieri
Al presidente su Dybala ho detto chiaramente: io faccio come vi pare, clausole o non clausole. A un presidente che mi impose di non far giocare un giocatore io dissi: o lo metti fuori rosa o se è in rosa decido io. Rimase in rosa e lo feci giocare. Fui mandato via. Io sono fatto così…Certamente non potrà giocare sempre visto che giochiamo ogni tre giorni ma Dybala è uno che fa la differenza, fosse per me dovrebbe giocare 90′ tutte le partite ma ho dei dubbi che possa farcela. Hummels? Mi sono visto un po’ di partite, ma perché non dovrebbe giocare?”.