Si complica la posizione legale di Ronaldinho. L’ex fuoriclasse di Milan, Barcellona e nazionale brasiliana, attualmente detenuto assieme al fratello Roberto Assis in carcere in Paraguay per essere entrato nel Paese sudamericano con documenti falsi, è alle prese con un nuovo sviluppo dell’indagine che potrebbe creargli ulteriori difficoltà.
Secondo fonti riportate dal ‘Corriere dello Sport’, infatti, l’inchiesta sul reato commesso dall’ex calciatore e da suo fratello è entrata in una nuova fase, con la procura locale che ha iniziato a concentrarsi su quello che ritiene possa essere uno schema di riciclaggio di denaro.
Per la procura è coinvolta, assieme ai due detenuti, l’imprenditrice che ha invitato l’ex milanista in Paraguay, Dalia Lopez. Gli inquirenti inizieranno ad analizzare file e messaggi sul cellulare di Ronaldinho e Roberto Assis, alla ricerca di nuovi indizi.
Secondo il pubblico ministero responsabile del caso, Osmar Legal, le indagini si stanno concentrando sul legame tra i due fratelli e la Lopez, che ha gestito la loro visita e che li ha incontrati all’arrivo all’aeroporto di Asuncion prima che fossero arrestati.
“La nostra ipotesi principale è che i documenti falsi sarebbero stati usati per scopi commerciali o investimenti che non erano legali”, ha dichiarato Legal, per il quale è strettamente necessario che Ronaldinho resti in carcere.
L’ex Pallone d’Oro è stato arrestato con suo fratello lo scorso 6 marzo, mentre tentava di entrare in Paraguay con un passaporto del quale si è poi verificata l’irregolarità. Il giudice, nel frattempo, ha negato la cauzione e ha respinto la richiesta della difesa di sottoporre i due brasiliani agli arresti domiciliari, sostenendo l’esistenza del pericolo di fuga.
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