Per tutti è Ronaldo il Fenomeno. L’appellativo oggi serve più che in passato per distinguerlo dal portoghese Cristiano. Il brasiliano ha giocato in grandi squadre, con compagni straordinari. Non tutti, però. Qualcuno meno bravo tecnicamente c’è stato ed è lo stesso ex calciatore, oggi presidente del Valladolid, a svelarlo al canale YouTube di Romario. Inoltre, l’ex interista ha raccontato pure i retroscena che lo portarono in Italia.
- I compagni più forti e quelli più scarsi del Fenomeno
- Il rubapalloni che perdeva i palloni
- Come Ronaldo finì all'Inter
I compagni più forti e quelli più scarsi del Fenomeno
Ronaldinho e Zidane sono stati per Ronaldo i compagni più forti. Col primo ci ha giocato in Nazionale vincendo anche un Mondiale insieme nel 2002. Col secondo, invece, hanno condiviso l’esperienza nel Real Madrid dei Galacticos. Ecco, in quella squadra non erano proprio tutti fuoriclasse: “Gravesen era una persona fantastica – racconta il Fenomeno -. Poco tempo fa ha vinto un torneo di poker da 50 milioni di dollari o qualcosa del genere. Ma nel calcio era davvero scarso, picchiava duro e faceva solo falli. Era una barzelletta“.
Il rubapalloni che perdeva i palloni
L’elenco dei poco dotati tecnicamente non si limita, però, al centrocampista danese voluto da Arrigo Sacchi al Real Madrid. Con la maglia della Selecao Ronaldo ha condiviso lo spogliatoio anche con Amaral. Era un centrocampista difensivo con 10 presenze in nazionale tra il 1995 e il 1996. “Correva molto, ma recuperava 10 palloni e ne perdeva 9“, ha scherzato l’ex interista.
Come Ronaldo finì all’Inter
Come ben sappiamo, Ronaldo ha giocato in Italia con le maglie di Inter e Milan in differenti momenti della sua carriera. Il trasferimento in nerazzurro ha dei retroscena svelati solo oggi dall’ex attaccante: “Il Barcellona e i brasiliani si sono sempre lasciati in cattivi rapporti. E’ successo anche a Rivaldo, Ronaldinho e Neymar. Io avevo disputato una stagione spettacolare e rinnovato il contratto, 5 giorni dopo mi hanno comunicato che non era possibile continuare e mi hanno trasferito all’Inter. E’ stato un pugno nello stomaco“. Meglio per il nostro calcio.