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Rossi e Pellegrini, le icone che hanno cambiato lo sport italiano ma per le figlie hanno deciso: "Meglio il tennis"

La Gazzetta dello Sport, per i 25 anni di Sportweek, ha messo l'uno accanto all'altro Valentino Rossi e Federica Pellegrini: intervista doppia piena di aneddoti e grandi ricordi

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Vale e Fede, ovvero il meglio che lo sport italiano abbia saputo raccontare nel primo quarto di secolo. E vederli seduti l’uno accanto all’altro, come ha avuto l’idea di fare la Gazzetta dello Sport, è una delizia per gli occhi: seppur uno sia sceso dalla moto e l’altra sia uscita dalla vasca, i ricordi riaffiorano velocemente alla mente e fanno fare un tuffo indietro negli anni con una facilità disarmante. Tanto che si potrebbe stare per ore ad ascoltarli, pensando a quanto hanno da dire.

Dagli inizi ai trionfi: Welkom 2004 e Roma 2009 nel cuore

Rossi e Pellegrini sono due icone dello sport nazionale. Due personaggi che hanno vissuto epoche differenti, partendo da una nella quale i social non si sapeva neppure cosa fossero (ed entrambi hanno detto che era un bene: che fortuna aver vissuto quei tempi…) fino ad arrivare a viverne un’altra nella quale ogni momento di vita viene messo alla mercé di tutti.

Chissà allora come sarebbe stata la loro carriera se ci fosse stata un’invasione così opprimente sin dagli inizi. “Nel 2000 ero un ragazzo di 21 anni che si divertiva a fare il matto con gli amici in giro per il mondo, sfruttando il fatto di avere una moto con cui disputare un campionato mondiale”, afferma Valentino. “Io avevo appena 12 e facevo la fila per chiedere gli autografi a Rosolino e Fioravanti, che di lì a poco a Sydney avrebbe cambiato per sempre la fisionomia del nuoto italiano”, aggiunge Federica.

Come a dire: 25 anni sono volati, ma in mezzo c’è stato di tutto. Anche i momenti d’oro, quelli indimenticabili: per Vale, “il trionfo a Welkom nel giorno della prima gara con la Yamaha, anno domini 2004. Quello resta l’highlight della mia carriera”. Per Fede, “la finale dei 200 stile ai mondiali di Roma 2009. Vorrei avere ancora quella condizione di forma, sia nel corpo che nella mente, per rivivere la sensazione che provai quel giorno. Qualcosa che non ho più provato in nessun’altra competizione o gara che ho disputato in tutta la mia carriera”.

La passione per il calcio, i grandi rivali Stoner e Ledecky

Vale e Fede hanno vinto tanto, dando lustro a un’Italia che in qualche modo anche grazie a loro ha imparato a slegarsi un po’ dalla “dipendenza” calcistica. Anche se il calcio resta comunque una passione pure per chi pratica altre discipline che dal calcio finiscono spesso per essere oscurate.

“Quel che provai nel momento del gol di Grosso nella semifinale contro la Germania al mondiale 2006 è stata l’emozione più grande, almeno legata a un evento sportivo che non mi vedesse coinvolto in prima persona”, spiega Rossi. “Quella vittoria mondiale unì un intero Paese e anche per me resta un ricordo indelebile”, gli fa eco Pellegrini.

Che nel corso della sua quasi ventennale carriera ha affrontato fior fiori di atlete, ma nessuna forte come Katie Ledecky. “L’avversaria più grande, quella che mi ha stimolato ad andare oltre i miei limiti”. “Stessa cosa la posso dire io per Stoner”, replica Vale. Il quale però ricorda bene quale sia stato il personaggio sportivo che più di ogni altro gli ha cambiato la prospettiva dell’essere sportivo: L’incontro con Michael Jordan è stato determinante per capire davvero in che modo lo sport può cambiare l’esistenza delle persone. Forse perché è stato l’atleta più influente di tutti”.

Da genitori la vita cambia: “Figlie tenniste? Perché no…”

Vale e Fede oggi sono genitori felici, papà di tre bambini (due a casa Rossi-Novello, una a casa Giunta-Pellegrini). Bambine destinate a finire inevitabilmente sotto i riflettori, e magari anche accreditate di un futuro da sportive. “Spero che diventino due tenniste, perché mi piace tanto il tennis e adesso che andiamo forte sarebbe bello sfruttare l’onda”, ammette Rossi.

Ginnastica, tennis o nuoto, qualunque cosa vorrà fare Matilde per me andrebbe bene, purché faccia qualcosa perché lo sport aiuta a diventare migliori”, aggiunge Fede. Che ricorda quanto sia stato fondamentale l’incontro con Matteo Giunta: “Accettò di diventare il mio allenatore quando però avevo già un vissuto importante alle spalle. Poi nel tempo dal rapporto di lavoro è nato qualcosa di più e quell’incontro ha cambiato del tutto le nostre vite”.

L’amore reciproco per i cani, la città dei sogni dove vivere (New York per Rossi, Lisbona per Pellegrini), la presenza di Dio (“Non l’ho mai incontrato, ma so che c’è”, la sentenza di Vale), il desiderio di riportare in vita due personaggi come Ayrton Senna e Alberto Castagnetti: c’è di tutto nei 7 minuti con i quali Gazzetta ha celebrato i 25 anni di Sportweek, e fatto vedere di nuovo al mondo che due come Vale e Fede non passeranno mai di moda. “La MotoGP non funziona? Ma certo, è perché non ci sei più tu, Vale…”, conclude Federica. Difficile dargli torto.

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