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Rugby, i Pumas spaventano l'Italia: battono il Sudafrica e tengono aperto il The Rugby Championship

Tre test estivi tosti per puntare a salire al settimo posto nel ranking. Si comincia da Samoa, con Quesada che fa debuttare Gallagher e rimette Izekor

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Doveva essere una faccenda già chiusa, e invece rimane ancora aperta, anche se (forse) solo in modo virtuale. Perché dovrebbe succedere una mezza ecatombe per vedere il Sudafrica detronizzato dal The Rugby Championship, la competizione che raggruppa le quattro nazionali dell’emisfero australe (Sudafrica, Argentina, Australia e Nuova Zelanda). Eppure l’aritmetica tiene aperta una porta: ai Pumas, freschi giustizieri degli Springboks, servirà una vittoria con bonus per agganciare gli stessi sudafricani a quota 19 in vetta la classifica, per poi superarli in virtù delle due vittorie negli scontri diretti. Fantascienza? Forse, anzi, probabile. Ma intanto un piccolo spiraglio gli argentini se lo sono tenuti aperto.

Spirngboks sorpresi, ma il torneo è blindato

In realtà il 29-28 ottenuto lo scorso fine settimana a Santiago del Estero (14 punti l’ha segnato Tomas Albornoz, mediano d’apertura del Benetton, ormai una solida certezza anche nella nazionale argentina) una ripercussione l’ha avuta: ha fatto scendere il Sudafrica dalla prima alla seconda posizione del ranking IRB, con l’Irlanda che pur senza giocare s’è rimessa davanti a tutti (l’Italia è sempre ottava).

Nulla per cui valga la pena strapparsi i capelli, ma a Rassie Erasmus, vulcanico e discusso coach degli Springboks, la sconfitta non è affatto piaciuta. Anche perché a decretarla ha contribuito anche l’errore dalla piazzola di Libbok al 79’, che s’è divorato il calcio del controsorpasso.

Nel fine settimana a Nelspruit, in casa dei Boks, è probabile che si possa assistere a un pronto riscatto: oltre a dover vincere necessariamente segnando 4 mete, subendone non più di tre e vincendo con almeno 8 punti di scarto, i Pumas si vedranno costretti a recuperare in fretta energie fisiche e nervose che dopo simili imprese vengono spesso meno. È capitata loro una cosa simile già a inizio torneo, quando dopo aver battuto gli All Blacks a domicilio hanno subito una bella ripassata la settimana successiva, con i neozelandesi feriti nell’orgoglio.

Novembre rovente per l’Italia: Pumas, Georgia e All Blacks

La Nuova Zelanda aveva vinto le ultime quattro edizioni del The Rugby Championship, ma quest’anno s’è dovuta accontentare di far sua la Bledisloe Cup nel doppio confronto con l’Australia, altra squadra che sta attraversando un periodo di rifondazione. Dopotutto il ciclo che porterà al mondiale 2027 in Giappone è soltanto agli inizi e gli esperimenti (oltre che le rinunce forzate) accomunano un po’ tutte le maggiori nazionali del mondo.

E lo faranno anche nei test match di novembre, che vedranno l’Italia ricevere proprio i Pumas a Udine il 9 novembre, per poi ospitare a Genova la Georgia (domenica 17 novembre) e infine sfidare a Torino gli All Blacks (domenica 24 novembre). Per l’occasione gli azzurri di coach Gonzalo Quesada indosseranno le nuove divise, che al loro interno vedono raffigurato in lucido un dettaglio della celebre Creazione di Adamo dipinta da Michelangelo Buonarroti nella Cappella Sistina, come omaggio all’arte rinascimentale. Saranno anche i primi test match con Francesco Duodo nuovo presidente federale, dopo aver battuto il candidato uscente Marzio Innocenti.

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