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Rugby, Quesada soddisfatto dopo il primo raduno. "Utile per conoscerci. Al Sei Nazioni vogliamo essere competitivi"

Primo bilancio del neo CT Quesada e del presidente Innocenti dopo il raduno di Verona, presenti 46 giocatori di Benetton e Zebre

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il primo giorno sui banchi di scuola, col maestro Gonzalo Quesada sulla cattedra. Il primo (si spera) di una lunga serie, perché nelle intenzioni della FIR il nuovo commissario tecnico della nazionale non dovrà essere di passaggio, almeno non come lo sono stati i due predecessori che si sono spartiti più o meno equamente l’ultimo quadriennio. Quesada ha voglia di piantare le tende nel bel Paese, e il primo raduno col quale ha subito voluto dare l’imprinting ai giocatori che faranno parte della selezione Azzurra nel breve e lungo periodo ha rappresentato il battesimo del nuovo CT, pronto a sobbarcarsi il peso di una sfida mica da ridere.

I dogmi di Quesada: “Lavoro, identità e obiettivi”

A Verona, dove la federazione ha dato appuntamento a 46 giocatori, tutti pescati dai serbatoi delle franchigie che militano in URC (non essendo finestra internazionale, tutti quei prospetti che giocano all’estero sono stati dispensati dalla chiamata), Quesada ha provato subito a far capire qual è la filosofia che accompagnerà il suo mandato dal selezionatore. L’incontro è servito più per illustrare le linee guida che non per parlare nel concreto di ciò che si dovrà fare a partire dal prossimo 3 febbraio, quando all’Olimpico sarà di scena l’Inghilterra nella gara d’esordio del Sei Nazioni 2024.

“In queste poche ore passate insieme, assieme al mio staff ho condiviso quella che è la nostra visione del concetto di squadra, cercando di spiegare metodi di lavoro, l’identità da raggiungere, gli obiettivi e il percorso che ci dovrà portare dove vogliamo arrivare. Sul campo cominceremo a lavorare soltanto dal 4 gennaio, ma era importante imparare a conoscersi. Il mio ruolo dovrà portare certezze e chiarezza, e per questo ho voluto subito far capire quello che è il mio modo di lavorare e lo spirito che caratterizzerà la gestione tecnica d’ora in avanti”.

Innocenti: “Nuovo corso in continuità col passato”

Continuità è la parola che più di ogni altra riecheggia oggi nelle stanze della FIR. L’ha pronunciata Quesada (“Vogliamo lavorare in continuità rispetto a ciò che è stato fatto, portando avanti qualche nuova idea”), l’ha fatta sua anche il presidente Marzio Innocenti, che per far capire quanto fosse convinto della bontà della scelta a livello tecnico ha annunciato l’arrivo dell’allenatore argentino con largo anticipo, addirittura a inizio 2023, con ancora in ballo tutta la marcia d’avvicinamento al mondiale.

“Oggi non è iniziato un nuovo ciclo, semmai abbiamo deciso di proseguire ciò che è stato fatto da due anni e mezzo a questa parte. Siamo passati a un livello superiore, perché Quesada s’è presentato ai giocatori e ha spiegato subito cosa intende fare. Non avrà molto tempo per preparare il Sei Nazioni, anche se l’idea è di presentarci competitivi sin dalla prima sfida contro l’Inghilterra. Sicuramente l’edizione in programma a febbraio e marzo sarà particolare, ma poi ci sarà tutto il tempo per dare alla nazionale la sua impronta nei mesi a seguire”.

“Vogliamo però essere competitivi da subito”,

ha ribattuto Quesada, lasciando intendere di non voler avanzare alibi.

La filosofia del CT: “Voglio una squadra votata all’attacco”

L’idea di squadra che intende costruire il tecnico sudamericano (il primo nella storia della FIR proveniente dall’Argentina) è però già delineata: Voglio un’Italia che metta velocità tanto in attacco, quanto nelle fasi di pressione. In difesa vorrei vedere ragazzi sempre pronti a impegnarsi in movimenti di riposizionamento, che sono situazioni di gioco che non necessitano di talento, ma solo di voglia e determinazione. Una squadra che attacchi sempre, sia quando ha l’ovale in mano, sia quando dovrà andare a riconquistarlo”.

I concetti spiegati da Quesada sono quelli che la federazione ha fatto propri, con Innocenti che ha ribadito anche l’importanza e il ruolo delle due franchigie nella crescita di tutto il movimento. “Sono la parte terminale del nostro sistema, l’anticamera di ciò che poi confluisce nel Sei Nazioni. Il Benetton si sapeva che sarebbe cresciuto e sta facendo risultati di rilievo assoluto, le Zebre sono la rivelazione della stagione e l’ambiente di Parma sta aiutando anche molti giovani a emergere. I segnali che arrivano sono positivi, ora bisogna solo far parlare il campo”.

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