Niente da fare, il Meazza non si tocca: lo stadio di San Siro non potrà essere demolito, stando a quanto deciso dalla Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, che ha dato l’ok definitivo alla proposta della Soprintendenza.
- San Siro, la decisione della Commissione
- Il "vincolo" del secondo anello
- San Siro, le motivazioni della Commissione
- La Lega protesta, Inter e Milan pensano a nuovi stadi
San Siro, la decisione della Commissione
“Nella seduta del 27 luglio scorso la Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia ha espresso all’unanimità parere positivo di sussistenza dell’interesse culturale per il secondo anello dello Stadio di San Siro, in vista di futura verifica ex art. 12 del D. Lgs. 42/2004 (all’avveramento del requisito di vetustà ultrasettantennale), avallando quindi la proposta della competente soprintendenza” si legge nel documento inviato al Comune di Milano, ministero della Cultura e soprintendenza. “Si precisa inoltre che la soprintendenza archivistica e bibliografica per la Lombardia, nel corso della medesima seduta, ha richiamato la valenza come ‘archivio esposto‘ della tribuna ovest dello Stadio per le targhe/epigrafi che documentano i successi nazionali e internazionali di Inter e Milan. Trattandosi di ‘archivio pubblico’, in quanto di proprietà comunale, esso è tutelato ex lege ai sensi dell’art. 10, comma 2, lettera b) del D. Lgs. 42/2004″.
Il “vincolo” del secondo anello
Il documento della Commissione è la risposta alla richiesta avanzata dal Comune di valutare in via anticipata l’interesse culturale del secondo anello dello stadio, che acquisirà il requisito della vetustà quando compirà 70 anni, prima della prevista fase di demolizione e della cerimonia di inaugurazione di Milano Cortina, gennaio 2026. Quanto al secondo anello il documento specifica inoltre che “presenta una soluzione strutturale costituita da 132 portali che, coi relativi costoloni a sbalzo, costituisce l’ossatura che sostiene le gradinate, le scale, le rampe di accesso, i ripiani e le passerelle di servizio. Di particolare interesse è il disegno dei portali, che hanno la forma di due braccia tese in diagonale, denominate nel gergo di cantiere ‘elefante’ e ‘giraffa'”.
San Siro, le motivazioni della Commissione
La rilevanza architettonica del secondo anello, si legge nel documento, “risiede nella capacità degli autori (ing. Ferruccio Calzolari, arch. Armando Ronca) di ‘tradurre i vincoli tecnici in espressività, e [lo stadio] aveva acquisito quell’aspetto fortemente caratterizzato dalle rampe avvolgenti”. Le stesse [rampe] assumono un suggestivo significato simbolico, portando la folla, vera protagonista delle architetture degli stadi, fin sulle pareti e trasformano le ordinarie murature in luoghi vissuti di percorsi dinamici'”. “È evidente, quindi, dalle immagini storiche – conclude il documento – come lo stadio fosse organicamente compiuto con la costruzione del secondo anello ancora quasi totalmente visibile e fruibile sotto le sovrastrutture del terzo anello e della copertura”.
La Lega protesta, Inter e Milan pensano a nuovi stadi
“Assurdo. Chi pagherà i milioni di euro di manutenzione in futuro, quando Milan e Inter giocheranno altrove? I burocrati della Sovrintendenza? Il sindaco Sala? I ‘no stadio’? Per Milano un’enorme occasione persa di sviluppo e di riqualificazione di un intero quartiere”. Così una nota della Lega dopo il vincolo che ha confermato il divieto alla demolizione di San Siro. I due club già da mesi hanno iniziato a cercare aree dove costruire i rispettivi impianti, ma l’ipotesi del nuovo San Siro, pur sullo sfondo, restava praticabile. Adesso non lo è più. L’Inter è indirizzata a costruire la sua nuova casa a Rozzano, il Milan a San Donato. Per ora convivranno a San Siro, ma il futuro dei due club ha imboccato due strade diverse. Il Comune, che è proprietario del Meazza e sta riscuotendo ogni anno un canone della due società, dovrà gestirlo in prima persona, con tanto di spese per i lavori di manutenzione e ammodernamento.