L’addio a Totò Schillaci: in queste ore in tutta Italia arrivano i ricordi e le emozioni per la scomparsa di uno dei giocatori più iconici del calcio italiano. Nella memoria di tutti sono impresse a fuoco le immagini dei Mondiali di Italia ’90 quando l’attaccante palermitano diventò l’eroe di un intero paese e con i suoi gol fece sognare gli azzurri che si fermarono a un passo da una meravigliosa impresa. Ma dietro il calciatore e il personaggio famoso c’è anche l’uomo raccontato dalla figlia Jessica.
Il racconto della figlia Jessica
A voler ricordare Totò dietro la patina della fama e della celebrità ci pensa la figlia Jessica che affida le sue parole a un articolo scritto per La Repubblica in cui racconta il rapporto con il padre, la fama e anche le difficoltà: “Era un uomo semplice e la semplicità è una virtù, la stessa che mio padre mi ha lasciato in eredità. Per carità non aveva l’ambizione di tenersi alla larga dalla fama ma non l’ha nemmeno coltivata”.
Jessica racconta il rapporto, a volte anche difficile, con papà: “Io ho vissuto la vita di una bambina figlia di un personaggio famoso, non ci ho capito molto ma mi piaceva molto l’amore delle persone che per strada incontravano papà. Alcuni esageravano facendogli anche un inchino. A suo modo era un eroe ma per me era solo mio padre con un rapporto che non è stato sempre facile. E non è stato facile dirgli addio”.
Gli ultimi giorni di Totò
Il racconto di Jessica si fa straziante quando racconta l’ultima battaglia di Totò Schillaci le sue parole e i ricordi degli ultimi giorni: “Abbiamo parlato e scherzato finché è stato possibile. Abbiamo ricordato i momenti più belli delle nostre vite, quelli che non si potranno mai dimenticare. Il suo quadro clinico non lasciava speranze ma io avrei voluto salvarlo. Tre giorni fa al suo capezzale mo fratello Mattia e io gli abbiamo detto che davanti all’ospedale c’erano le tv. Ma lui ci ha risposto: “A me importa solo di voi”. E ci ha chiesto scusa perché ha pensato di non essere stato presente tutte le volte che avrebbe voluto”.
Le parole di Tacconi
Anche Stefano Tacconi ha dovuto fare i conti con la malattia ma dalle colonne della Stampa arriva il ricordo di quello che definisce come un fratello: “Un ricordo dolce, di amicizia vera. Quando è arrivato alla Juve era diventato praticamente il mio figlioccio. Spaesato, preoccupato, non capiva come ambientarsi e io da capitano l’ho preso sotto la mia ala protettiva”. Poi l’ex portiere racconta anche una rissa con Baggio: “Tutto vero, Totò affrontava un periodo difficile in cui era spesso agitato. Roby lo ha visto nello spogliatoio che leggeva il giornale e ha cominciato a dare degli schiaffati sui fogli: una, due, tre volte e alla fine Totò gli ha tirato un pugno e Boniperti multò tutti”.